Sentenza in abbreviato del gup distrettuale di Catanzaro. Le assoluzioni sono sei. Alleanza fra i clan vibonesi dei Fiarè, dei Pititto e dei Mancuso
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E’ giunto a sentenza il troncone in abbreviato (che ha comportato uno sconto di pena pari ad un terzo) dell’operazione contro il narcotraffico internazionale denominata “Stammer 2 – Melina”condotta dalla Guardia di Finanza con il coordinamento della Dda di Catanzaro. Questa la decisione del gup distrettuale: assolto Rocco Anello, di 59 anni, di Filadelfia (avvocati Sergio Rotundo e Salvatore Staiano, a fronte di una richiesta del pm di 10 anni); 3 anni e 4 mesi per Domenico Mancuso, 43 anni, alias “Mico Ninja”, di Limbadi, figlio del boss Giuseppe Mancuso (avvocato Giuseppe Milicia, a fronte di una richiesta a 5 anni); 18 anni per Indrit Buja, di 37 anni, albanese (il pm aveva chiesto 10 anni); 3 anni e 4 mesi per Cristian Burzì, 35 anni, residente in provincia di Bergamo (avvocati Guido Contestabile e Francesco Mazzaferro, 5 anni la richiesta); 4 anni Francesco Colangelo, residente a Verano Brianza (Mb, stessa richiesta di pena); 4 anni Gianluca Pititto, 22 anni, di Mileto (difeso dagli avvocati Giuseppe Monteleone e Gianfranco Giunta, il pm aveva chiesto 9 anni); 4 anni per Rosario Riccioli, 45 anni, di Catania (avvocato Roberta Fava, a fronte di una richiesta di 10 anni); 20 anni Gianfranco Contestabile, di Brindisi (avvocato Giuseppe De Luca, il pm aveva chiesto 16 anni); assolto Gerardo Filippo Gentile, 63 anni, di San Giovanni di Zambrone (avvocato Giuseppe Bagnato, il pm aveva chiesto 8 anni); 20 anni di reclusione per Shefik Muho, 34 anni, albanese (il pm aveva chiesto 12 anni); 4 anni per Gregorio Niglia, 36 anni, detto "Lollo", di Briatico (avvocati Francesco Muzzopappa e Giuseppe Bagnato, il pm aveva chiesto 6 anni); assolto Antonio Paladino, di Rosarno (erano stati chiesti 9 anni e 60mila euro di multa); 11 anni per Giovanni Pastorello, 59 anni, di Maierà (Cs), residente a Milano (chiesti 12 anni); 4 anni per Fortunato Baldo, di 24 anni (avvocati Gregorio Viscomi e Michelangelo Miceli, il pm aveva chiesto 6 anni); assoluzione per Melina Cannatà, 47 anni, di Vibo Valentia (avvocato Giovanni Vecchio, il pm aveva chiesto 6 anni e 6 mesi); 3 anni e 4 mesi per il dentista Francesco Fiarè, di 39 anni, di San Gregorio d’Ippona, figlio di Filippo Fiarè (avvocati Sergio Rotundo e Giuseppe Monardo, il pm aveva chiesto 5 anni); 10 anni Massimo Pannaci, 51 anni, di Vibo Valentia (avvocato Giovanni Vecchio, il pm aveva chiesto 16 anni); 4 anni Giuseppe Vittorio Petullà, 60 anni, di Mileto (avvocati Antonio Porcelli e Giuseppe Monteleone, il pm aveva chiesto 8 anni); 4 anni Giuseppe Pititto, 26 anni, di Mileto (avvocati Gianfranco Giunta e Giuseppe Monteleone, il pm avea chiesto 9 anni); 12 anni Salvatore Pititto, 51 anni, di Mileto (avvocati Nicola Cantafora e Giuseppe Bagnato, il pm aveva chiesto 16 anni); 4 anni e 4 mesi per Antonio Massimiliano Varone, 43 anni, di Mileto (avvocati Michelangelo Miceli e Giancarlo Pittelli, il pm aveva chiesto 10 anni); assoluzione per Claudio Tortora, 28 anni, di Mileto (avvocato Francesco Schimio, il pm aveva chiesto 3 anni e 20mila euro di multa); 4 anni Ippolito Fortuna,di 59 anni, di Vibo Marina (avvocato Giovanni Vecchio, il pm aveva chiesto 4 anni); 11 anni per Elvis Hajdini, 25 anni, albanese, latitante (avvocato Caterina Coppoletta d’ufficio, il pm aveva chiesto 6 anni e 9 mesi di reclusione); assoluzione per Oksana Verman, 42 anni, di nazionalità ucraina, residente prima dell’arresto a Vibo Valentia, amante di Salvatore Pititto, collaboratrice di giustizia dal febbraio dello scorso anno.
Secondo l’accusa, la consorteria attiva nel circondario vibonese, storicamente inserita nel traffico internazionale di stupefacenti, al fine di sopperire alle richieste sempre maggiori e diversificate del mercato della droga, e considerato il protrarsi dei tempi di attesa per l’approvvigionamento della cocaina dal Sudamerica, avrebbe intessuto trattative con gli albanesi, per il tramite di sodali brindisini, funzionali all’approvvigionamento di enormi partite di marijuana.
Indrit Buja, quale referente del sodalizio albanese, sarebbe giunto in Italia a garanzia dell’operazione ed ospitato dai calabresi sia a Mileto che a Milano, ove si spostava in concomitanza dell’arrivo del carico. Giovanni Pastorello sarebbe stato fra i finanziatori del narcotraffico, mentre Cristian Burzì, Francesco Colangelo e Domenico Mancusosarebbero stati gli acquirenti. Mancuso e Burzì sarebbero stati inoltre anche i venditori dello stupefacente approvvigionato pure attraverso canali di rifornimento olandesi nelle conoscenze di Domenico Mancuso. Fra i promotori, gli organizzatori e i finanziatori di un’importazione di 90 chili di marijuana dall’Albania non regge l’accusa per il boss Rocco Anello.
I vibonesi avrebbero inoltre ospitato a Mileto l’emissario albanesegiunto a garanzia dell’importazione. In tale occasione, lo stupefacente commissionato sarebbe stato volutamente dirottato dalla Puglia verso il porto di Ancona, concludendo il suo viaggio a Milano dove il sodalizio vantava la presenza di accoliti utilizzati per la vendita nel circondario milanese. L’accusa è stata sostenuta dal pm della Dda di Catanzaro Camillo Falvo.