Confermato dalla Cassazione il sequestro in via preventiva della somma di denaro, per il valore complessivo 237.047,59 euro sequestrata all’ex assessore regionale al Lavoro, Nazzareno Salerno (attuale consigliere regionale di Forza Italia), in relazione all’accusa di abuso d’ufficio che gli viene contestata nell’ambito dell’operazione “Robin Hood”.

 

Le indagini hanno documentato una serie di manovre ritenute illecite intorno alla gestione dei fondi della Comunità europea diretti al sostegno economico di nuclei familiari in difficoltà.

 

Nazzareno Salerno, in qualità di assessore al lavoro della Regione Calabria, è indagato per l'illecita liquidazione dei compensi - nell'importo di 237.047,59 euro - in favore dei componenti del Comitato di gestione costituito per la verifica delle domande di erogazione di Credito sociale da parte dell'ente in house "Calabria Etica" avuto riguardo “alle modalità di nomina clientelare dei componenti del predetto comitato al quale venivano assegnati compiti di spettanza della struttura interna della Regione Calabria”.

 

Nazzareno Salerno avrebbe favorito - secondo l'accusa - le nomine dei componenti del Comitato di gestione del Credito sociale “esclusivamente per motivi personali e privati”. Con tale condotta avrebbe procurato ai nominati un ingiusto profitto patrimoniale, pari alle somme incamerate in forza dei contratti professionali stipulati con danno ingiusto di rilevante gravità per la Regione Calabria stimato in oltre 237 mila euro.

 

Nazzareno Salerno avevadenunciato il vizio di carenza assoluta di motivazione, con conseguente violazione di legge. Per la Cassazione, però, il ricorso deve essere dichiarato “inammissibile” perché proposto “per motivi generici, non consentiti nel giudizio di legittimità e manifestamente infondati”. Corretto ed “ineccepibile” è stato ritenuto l’importo da assoggettare a confisca a carico di Nazzareno Salerno e per la Suprema Corte l’operato del Tribunale del Riesame è esente da censure. Il 10 gennaio scorso Nazzareno Salerno ed altri 14 imputati sono stati rinviati a giudizio. Il processo inizierà il 5 aprile prossimo.