Il locale di ‘ndrangheta cercava di contrastare il predominio della cosca Mancuso, attiva nel Vibonese. Per gli inquirenti, il 65enne, rivestendo la dote di picciotto, era parte integrante del sodalizio criminale
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Nel pomeriggio di ieri, personale delle Squadre Mobili di Vibo Valentia, Catanzaro e del Servizio Centrale Operativo, nell’ambito dell’operazione denominata “Rimpiazzo”, ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Giuseppe Brogna, 65 anni, poiché indagato per il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso, avendo partecipato attivamente al locale di ‘ndrangheta dei “Piscopisani”, protagonista di innumerevoli attività delittuose poste in essere tra il 2010 e il 2012, nel tentativo di contrastare il predominio criminale che la cosca “Mancuso” deteneva sull’intera provincia vibonese.
Il provvedimento scaturisce dalla sentenza emessa dalla Suprema Corte di Cassazione in data 16 ottobre 2019, con la quale veniva rigettato il ricorso presentato dall’uomo avverso l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Catanzaro del 30 maggio 2019. In particolare, le attività d’indagine hanno consentito di evidenziare il ruolo concretamente svolto dallo stesso quale esponente della c.d. “Società Minore”. Egli, infatti, rivestendo la dote di “picciotto”, assicurava la propria partecipazione, unitamente ad altri sodali, alle riunioni durante le quali venivano definite le strategie delittuose del gruppo, contribuendo, altresì, all’esecuzione delle direttive dei vertici dell’associazione, riconoscendo e rispettando le gerarchie e le regole interne al sodalizio e consumando i reati-fine della consorteria criminale.
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