L'inchiesta antimafia scattata nel 2011 ha colpito la consorteria di Filandari. La sentenza di secondo grado arriva dopo un annullamento con rinvio ad opera della Cassazione
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La Corte d’Appello di Catanzaro (Fabrizio Cosentino presidente, giudici consiglieri Ippolita Luzzo e Domenico Commodaro) ha emesso la sentenza per gli imputati del processo nato dall’operazione antimafia denominata “Ragno” contro il clan Soriano di Filandari scattata nel novembre del 2011.
Questo il verdetto: 13 anni e 5 mesi di reclusione per Leone Soriano, di 55 anni, di Pizzinni di Filandari (l’accusa aveva chiesto 16 anni e 3 mesi); 11 anni per Gaetano Soriano (fratello di Leone con l’accusa che aveva chiesto 16 anni); 13 anni e 10 mesi per Giuseppe Soriano (figlio dello scomparso Roberto Soriano, per lui l’accusa aveva chiesto 14 anni); 3 anni e 4 mesi per Graziella Silipigni (madre di Giuseppe Soriano, così come chiesto dall’accusa). Assolti: Carmelo Soriano (figlio di Gaetano) nei cui confronti la Procura generale aveva chiesto la condanna a 13 anni e 6 mesi; Francesco Parrotta nei cui confronti l’accusa aveva chiesto 9 anni ed 8 mesi.
Giuseppe Soriano e Graziella Silipigni sono stati condannati anche al risarcimento dei danni nei confronti della costituita parte civile, Domenico Deodato, titolare del bar “Il Pasticcino” di Ionadi, assistito dall’avvocato Giovanna Fronte. Leone e Gaetano Soriano sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici.
L’inchiesta “Ragno” ha permesso di ricostruire (coordinata dall’allora pm della Dda di Catanzaro, Giampaolo Boninsegna, e condotta sul campo dai carabinieri della Stazione di Vibo guidati dall’allora comandante Nazzareno Lopreiato) gli affari e gli assetti della “famiglia” Soriano di Pizzinni di Filandari. Il 28 maggio 2014 si era però registrata una raffica di assoluzioni per tutti gli imputati ad opera del Tribunale di Vibo Valentia, presieduto all’epoca dal giudice Fabio Regolo, ora pm alla Procura di Catania. La Corte d’Appello il 28 maggio 2015 aveva totalmente ribaltato il verdetto di primo grado stabilendo dure condanne. Il 20 aprile 2016, infine, la Cassazione aveva annullato con rinvio le condanne ordinando un nuovo processo d’appello per tutti gli imputati giunto ora alle nuove richieste di pena.
Nel collegio di difesa gli avvocati: Diego Brancia (per Leone Soriano e Silipigni), Daniela Garisto (per Giuseppe Soriano), Giovanni Vecchio (per Gaetano Soriano e Parrotta), Salvatore Staiano (per Leone Soriano), Giuseppe Lopresti (per Carmelo Soriano).