La Corte d’Appello ha accolto i ricorsi dei legali e annullato anche la misura di prevenzione personale in quanto non ci sarebbero elementi per presumere l’appartenenza ai Giampà
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Accogliendo il ricorso dei legali Antonio Larussa e Francesco Gambardella, la Corte d’Appello di Catanzaro ha annullato la confisca dei beni a carico di Luciano Trovato disponendone la restituzione. Annullata anche la misura di prevenzione personale.
Il sequestro, avvenuto nell’ambito dell’operazione Perseo, riguardava beni per oltre 500 mila euro tra immobili e partecipazioni in aziende. Il provvedimento venne disposto dal Tribunale di Catanzaro su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia ed eseguito dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria del capoluogo, coordinati dal procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, dall’Aggiunto Giovanni Bombardieri e dal Sostituto Elio Romano.
Nel decreto di dissequestro si legge testualmente che «non sono emersi elementi per ritenere lo stesso associato o appartenente alla cosca Giampà e l’unica condotta ancora sub iudice appare relativa al possesso di due pistole per fatto commesso nel 2010 in relazione al quale non vi è la possibilità di trarre un giudizio di perdurante pericolosità».