Gli inquirenti hanno illustrato i particolari dell'operazione antidroga che ha portato all'arresto di 25 persone. Tra gli arrestati anche chi in passato aveva avuto contatti con Pablo Escobar
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Erano ossessionati dal timore di essere intercettati dalle forze dell'ordine e dalla continua ricerca di affari nel mercato internazionale della droga, acquistata a 8 mila dollari al chilo e piazzata poi a 46 mila euro. Da qui il nome dell'operazione "Ossessione" condotta dalla Guardia di Finanza di Catanzaro e coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro che ha permesso di disarticolare una complessa organizzazione criminale tra Calabria, Lombardia e Puglia, nella quale spiccano esponenti del clan Mancuso di Limbadi.
Vocazione transazionale
«Una organizzazione criminale che operava a 360 gradi senza soluzione di continuità - ha spiegato il comandante Scico Alessandro Barbera -, interfacciandosi con i narcos colombiani, venezuelani, con i trafficanti di hashish del Marocco. Un apporto criminale di tutto rilievo, di grande spessore. Uno degli arrestati in passato aveva avuto anche rapporti con Pablo Escobar Gaviria, il capo storico del cartello di Medellin - ha aggiunto Carmine Virno, comandante Nucleo Polizia Economico Finanziaria -. Abbiamo dovuto anticipare di quattro giorni l'attività con tutto ciò che comporta, considerato che sono stati impegnati 300 uomini, proprio per evitare che soggetti importanti riuscissero a scappare dalla misura».
Il ruolo delle donne
25 in tutto i soggetti indagati per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti aggravata dalla modalità mafiosa e detenzione di armi, tra questi anche quattro donne, fondamentali per portare avanti le attività criminali dei loro compagni: «Quando questi erano in carcere e quindi impossibilitati a proseguire l'attività criminale, le mogli sono subentrate nel ruolo direttivo all'interno della stessa organizzazione», ha specificato il comandante regionale Fabio Contini.
Le dichiarazioni del collaboratore Femia
Secondo la ricostruzione dei militari della sezione Goa del Gico della Guardia di Finanza ai vertici dell'associazione vi erano i tre fratelli Fabio, Giuseppe e Salvatore Antonino Costantino, di Comerconi nel vibonese, che insieme a Giuseppe Campisi gestivano i contatti con broker e trafficanti di droga. Un territorio, quello vibonese, in cui il traffico illecito della droga continua ad essere ad esclusivo appannaggio dalla famiglia Mancuso. E proprio le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Antonio Femia confermano il collegamento tra l'organizzazione e il clan di Limbadi.
Gratteri: «Continuate a denunciare»
«È un fascicolo aperto un anno e mezzo fa - ha sottolineato il procuratore Nicola Gratteri -. Siamo intervenuti nella fase di crescita di questa organizzazione all'interno della quale ci sono tante etnie, tante organizzazioni criminali: abbiamo la 'ndrangheta, abbiamo albanesi, marocchini e olandesi. Riuscivano ad importare indifferentemente grandi quantità di cocaina dalla Colombia, di hascisc dal Marocco, di marijuana dall'Albania. Quella di oggi è la sintesi del lavoro svolto da questa grande squadra che serve soprattutto a dare fiducia alla gente e, come ho fatto sabato nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, rivolgo anche ora un appello ai cittadini: continuate a inondarci di denunce».