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Dodici fermi non convalidati e contestuale emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Questa la decisione del gip del Tribunale di Crotone, Abigail Mellace, che si è pronunciata sugli arresti disposti dalla Dda di Catanzaro nell’ambito dell’operazione antimafia “Jonny” (LEGGI QUI I NOMI). Per il giudice non vi erano i presupposti (pericolo di fuga) per procedere con il fermo di indiziato di delitto da parte della Dda di Catanzaro e da qui la non convalida dei fermi. Contestualmente, però, il gip ha applicato un’ordinanza di custodia cautelare per gli arrestati dell’operazione antimafia spogliandosi poi dell’inchiesta per competenza territoriale e funzionale trattandosi di reati di mafia.
Gli atti dell’inchiesta sono stati pertanto rispediti alla Dda affinchè entro venti giorni inoltri al competente gip distrettuale antimafia di Catanzaro una nuova richiesta di ordinanza di custodia cautelare nei confronti degli indagati.
Nella sostanza, al momento, nulla cambia rispetto ai fermi in quanto gli indagati restano in carcere. Leonardo Sacco ed Edoardo Scordio, governatore della Misericordia e parroco di Isola Capo Rizzuto sono detenuti nel carcere di Vibo. Le altre dieci persone che restano in carcere sono: i catanzaresi Nicolino Gioffrè, Leye Kane detto Marco, Costantino Lionetti, Luigi Miniaci, Pietro Romeo e Savatore De Curia. Restano altresì in carcere: Salvatore Abbruzzo alias "Tubetto", Leonardo Catarisano, Giuseppe Cosco, Francesco Gualtieri, Andrea Guarnieri e Roberto Valea, tutti di Rocelletta di Borgia.