Finisce sotto inchiesta il sindaco di Cosoleto, Antonino Gioffrè, con l’accusa di turbativa d’asta aggravate dall’aver agevolato la ‘ndrangheta. Secondo i magistrati della Dda di Reggio Calabria, infatti, il primo cittadino «in ragione del credito vantato con l’amministrazione comunale dalla DC Edil s.r.l. di Coppola Domenico per 22.331, 51 euro per la realizzazione di un centro di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, proponeva a quest’ultimo di invitarlo ad una gara di prossima indizione in cambio della sua mancata partecipazione ad altra gara cui lo avrebbe invitato». Coppola avrebbe poi aderito alla proposta, attivandosi con il cognato, Francesco Bagalà, per reperire imprese disposte a presentare offerte fittizie per la partecipazione alla gara.

 

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Fondamentali sono state le intercettazioni ambientali all’interno dell’autovettura di Francesco Bagalà (cl. 1977), nella quale Coppola spiega al cognate che il sindaco di Cosoleto gli aveva promesso l’aggiudicazione di una gara d’appalto: «Ne deve fare un’altra, dice, che ti invita, e vedi tu a chi devi mandare per… come vuoi tu». Il tutto in cambio della partecipazione ad un’altra gara che lo interessava personalmente: «In una, dice, ti mando la cosa e non partecipare».

 

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Ma l’inchiesta Cumbertazione ha messo in evidenza anche i legami parentali fra alcuni noti amministratori di Gioia Tauro e la famiglia Bagalà. Il figlio di Gino Bagalà, Francesco, è sposato con la figlia di Giorgio Dal Torrione, sindaco della cittadina della Piana per due mandati. Mentre la figlia Raffaella Bagalà è sposata con Domenico Coppola, a sua volta figlio di Teodoro Coppola e Vincenza Mazzitelli, sorella dei noti Gaetano e Domenico Mazzitelli. L’ultima figlia, Diana Bagalà è sposata con Giuseppe Pedà, fino a poche settimane fa sindaco in carica di Gioia Tauro. Nessun reato, è bene rimarcarlo, viene contestato a Pedà e Dal Torrione.

 

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(m.c.)