Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Il gip di Roma, Giovanni Giorgianni, all’esito dell’interrogatorio di garanzia sostenuto da Pasquale Bonavota, uno dei principali indagati nell’ambito dell’inchiesta “Conquista” coordinata dalla Dda di Catanzaro, ritenuto boss apicale e principale esponente della cosca Bonavota, ha deciso per la scarcerazione dell’indagato ritenendo non sufficienti gli elementi di gravità indiziaria posti a suo carico.
'Ndrangheta, azzerati i vertici del clan Bonavota: sei arresti
Tra gli elementi alla base fermo di indiziato di delitto a carico di Pasquale Bonavota, assistito dai legali Tiziana Barillaro e Francesco Muzzupappa, le dichiarazioni di giustizia Andrea Mantella, il quale ha ricostruito le dinamiche legate ai due delitti avvenuti nel 2004 di Domenico Di Leo e Raffaele Cracolici ma ha ridisegnato anche l’organigramma della cosca Bonavota predominante a Sant'Onofrio.
Si sono dichiarati estranei ai fatti contestati Domenico Bonavota, Onofrio Barbieri e Giuseppe Lopreiato, tutti detenuti nel carcere di Vibo Valentia, luogo in cui si sono svolti gli interrogatori. Si è avvalso della facoltà di non rispondere Domenico Febbraro. All'esito dell'udienza il gip Lupoli ha deciso per la convalida dei fermi per tre dei citati quattro indagati, non convalidando il fermo di Febbraro che resta comunque in carcere per l'applicazione di un'ordinanza di custodia cautelare disposta dallo stesso giudice. Resta ancora irreperibile Nicola Bonavota.