Sei anni di carcere per tutti e cinque gli imputati, giudicati con rito abbreviato, coinvolti nell’inchiesta sui presunti favori al clan Bellocco di Rosarno. Il gup del Tribunale di Catanzaro Carlo Saverio Ferraro ha accolto le richieste del pm Vincenzo Luberto, procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, che al termine della requisitoria aveva chiesto però pene più elevate, invocando condanne a 8 anni di carcere ciascuno.

 

Si tratta di Domenico e Rocco Bellocco, Domenico Punturiero, difesi dagli avvocati Guido Contestabile; Giuseppe e Rocco Gaetano Gallo. difesi dall’avvocato Nunzio Raimondi. Nell’inchiesta era rimasto coinvolto anche l’ex giudice Giancarlo Giusti che si è tolto la vita nella casa di famiglia a Montepaone Lido. Per lui il processo dibattimentale si è estinto per morte del reo.

 

Gli imputati finiti nella rete dell’operazione “Abbraccio”, rispondono a vario titolo di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari aggravata dall’agevolazione mafiosa.

 

Le indagini, secondo gli inquirenti, avrebbero consentito di documentare, con il supporto di numerose intercettazione telefoniche ed ambientali in carcere, che Giusti, in qualità di magistrato componente del collegio del Tribunale del Riesame di Reggio Calabria, avrebbe favorito la scarcerazione di elementi considerati di vertice della cosca di ‘ndrangheta dei Bellocco operante sul territorio di Rosarno. Secondo le ipotesi accusatorie, avrebbero operato in concorso fra loro «nel quadro di un’unica determinazione criminosa finalizzata – evidenzia l’ordinanza – a commettere il reato di corruzione in atti giudiziari, avendo posto in essere tali condotte per consentire il ritorno in libertà di tre esponenti di rilievo della cosca».

 

In particolare, Giuseppe e Gaetano Gallo, per quest'ultimo è stata pronunciata sentenza di non doversi procedere per morte dell'imputato, sono accusati di aver stretto l’accordo corruttivo per ottenere la scarcerazione del loro congiunto Rocco Gaetano tramite Domenico Bellocco, che avrebbe contattato il giudice Giusti; Rocco Gaetano Gallo per aver sborsato 40mila euro; Rocco Bellocco per aver stretto l’accordo corruttivo e pagato il giudice Giusti; Domenico Punturiero per aver fatto da intermediario. Adesso i legali attendono le motivazioni della sentenza per valutare il ricorso in appello.

 

Gabriella Passariello