C'è anche l'acquisto e la messa in funzione di una seconda Pet nell'ambito del programma oncologico riattivato dall'Azienda Ospedaliera di Cosenza dopo il periodo pandemico che aveva frenato gli investimenti per l'allestimento tecnologico degli spazi del plesso del Mariano Santo, in cui già insiste la medicina nucleare, e destinati alla diagnosi e cura dei tumori. Lo si apprende da ambienti vicini ai vertici dell'Ente.

Iter già avviato

In particolare sarebbero già stati richiesti al Dipartimento salute della Regione circa quattro milioni di euro, a valere sui fondi del Pnrr destinati alla sanità, e sufficienti per reperire il macchinario ed anche per procedere alle opere collaterali di istallazione. L'entrata in funzione, se le procedure andranno a buon fine, è stimata per la primavera del 2024. L'indiscrezione giunge proprio nel momento in cui è in atto un intenso dibattito sulla carenza nel vasto territorio della provincia bruzia, di questo importante strumento ad elevata risoluzione, impiegato pure in ambito neurologico e cardiologico. Attualmente è disponibile nella provincia una sola Pet.

Grazie alla Panizzoli

Già nel 2019 vi fu l'opportunità di acquistarne una seconda, con l'approvazione del programma di ammodernamento tecnologico sottoscritto dall'allora commissario ad acta Saverio Cotticelli. Nella circostanza però, con una scelta che non mancò di far discutere, il commissario straordinario dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza, Giuseppina Panizzoli, vi rinunciò, insieme ad altri investimenti per un ammontare complessivo di circa 18 milioni di euro. Già finanziato invece il terzo bunker di radioterapia, anche questo da allestire nel plesso del Mariano Santo.