Il fotografo lametino sarebbe stato ucciso perché nei suoi trascorsi nell’Arma avrebbe contribuito a fare arrestare un cugino del presunto mandante dell’omicidio
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Sarebbe stato lui il mandante dell’uccisione del fotografo lametino Gennaro Ventura, i cui resti vennero alla luce in un casolare abbandonato nel 2008. Con questa accusa per Domenico Antonio Cannizzaro il Pg ha chiesto ieri a Catanzaro in Corte d’Assise d’Appello trenta anni di carcere. A difendere l’imputato i legali Lucio Canzoniere e Salvatore Staiano.
Parallelamente la giustizia si sta occupando dell’esecutore materiale del delitto, il collaboratore di giustizia Gennaro Pulice, reo confesso. Proprio lui avrebbe aiutato a fare luce sul caso, rimasto per anni catalogato come lupara bianca.
Il fotografo sarebbe stato ucciso per vendetta in quanto, quando nei suo trascorsi nell’Arma dei Carabinieri, aveva contribuito all’arresto di un cugino del Cannizzaro.