La Procura aveva chiesto la pena dell'ergastolo. La decisione emessa dalla Corte d'Assise del Tribunale di Cosenza
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La Corte d’Assise di Cosenza ha condannato Massimiliano D’Elia, 35 anni di Carolei, alla pena di 28 anni e sei mesi di reclusione, ritenendolo responsabile dell’omicidio di Giuseppe Ruffolo, ucciso la sera del 22 settembre del 2011 in Via degli Stadi.
Uno sgarro da punire
L’accusa, rappresentata dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Vito Valerio, aveva chiesto nei confronti dell’imputato l’ergastolo. Il delitto, secondo la ricostruzione dei magistrati, è maturato nell’ambito dell’attività criminale condotta dal clan Lanzino-Patitucci, allora egemone in città. Ruffolo doveva essere punito per avere avviato un’attività usuraia in proprio senza chiedere il permesso della cosca e senza versare i proventi nella bacinella comune.
L'apporto dei pentiti
L’indagine che portò all’arresto di D’Elia, coordinata dalla Procura di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri, è stata suffragata anche dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. La Dda nel 2019 arrestò anche Roberto Porcaro, indicandolo come il mandante dell’omicidio, ma il Riesame ne dispose la scarcerazione, ritenendo che non vi fossero elementi di prova sufficienti a giustificare la misura cautelare. Porcaro poi è uscito dall’inchiesta.