Nuovo processo

Può evitare l’ergastolo perché «stressato dal Covid», si deciderà a Reggio il destino dell’infermiere calabrese che uccise la fidanzata

Ecco perché Cassazione ha spostato la sede del giudizio da Messina. Si deciderà soltanto sulla concessione delle attenuanti ad Antonio De Pace: la sua responsabilità penale per l'omicidio di Lorena Quaranta è stata dichiarata «irrevocabile»

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di Redazione Cronaca
23 luglio 2024
20:07

A Messina c'è una sola sezione di Corte d'assise d'appello. È questo il motivo per il quale la Corte di Cassazione, dopo avere disposto l'annullamento con rinvio della sentenza emessa dai giudici di secondo grado della città peloritana, ha disposto che il nuovo processo per l'omicidio di Lorena Quaranta, uccisa nel 2020 a Furci Siculo (Messina) dal compagno, l'infermiere Antonio De Pace, venga celebrato davanti alla Corte d'assise d'appello di Reggio Calabria.

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L'annullamento della sentenza d'appello disposto dalla Suprema Corte non riguarda, comunque, la responsabilità penale dell'imputato, dichiarata «irrevocabile» dalla Cassazione, ma la mancata concessione delle attenuanti «per stress da Covid».


La Corte d'assise d'appello di Messina, inoltre, secondo la Corte di Cassazione, non ha verificato se «la contingente difficoltà di porre rimedio» allo stato d'angoscia dell'imputato a causa del Covid, «costituisca un fattore incidente sulla misura della responsabilità penale». La concessione delle attenuanti generiche consentirebbe a De Pace di evitare l'ergastolo, con una riduzione della condanna che gli é stata inflitta a 30 anni di reclusione.

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