Sarebbe stato Ezio Perfidio, 34 anni, di Nicotera, a sparare al coetaneo Stefano Piperno alcuni colpi di fucile. Il padre Francesco Perfidio sarebbe stato invece presente al momento dell’omicidio ed avrebbe rafforzato il proposito delittuoso, cagionando così la morte della vittima designata.


Queste le conclusioni della Procura di Vibo Valentia e dei carabinieri della Nucleo operativo della Compagnia di Tropea, del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia e della sezione "Crimini violenti" del Ros, che ritengono l’omicidio aggravato dai futili motivi.

Il movente

Fatta luce anche sul movente dell’atto omicidiario, causato dalle pressanti richieste della vittima, finalizzate ad ottenere dello stupefacente del tipo cocaina, pur avendo maturato debiti pregressi con gli aggressori. Per quanto concerne, invece, alla dinamica del delitto, gli investigatori riuscivano ad appurare che alla base vi è stata una lite culminata con l’assassinio del giovane con un colpo d’arma da fuoco il 19 giugno e che ad esplodere i colpi materialmente fu il figlio Ezio Perfidio, il tutto alla presenza del padre Francesco che aiutava poi il figlio a caricare il 34enne  in auto e trasportarlo nel luogo, distante circa 2 km circa dalla loro casa, dove poi fu rinvenuta l’autovettura bruciata il successivo giorno 20 giugno.

Indagata anche la figlia e sorella degli arrestati

Indagata a piede libero anche Sonia Perfidio, figlia e sorella degli arrestati, 30 anni, di Nicotera. La ragazza, insieme a Francesco ed Ezio Perfidio, è indagata per concorso in distruzione e soppressione di cadavere, avendo dato fuoco a Stefano Piperno ed alla sua auto dopo averlo ucciso. Danneggiamento a seguito di incendio è quindi il reato contestato ai tre per aver cosparso l’auto di Piperno di liquido infiammabile dandole fuoco. Al solo Francesco Perfidio viene infine contestato di aver spacciato 50 grammi di marijuana avvalendosi di un nipote minorenne. Nei confronti di Sonia Perfidio la Procura aveva chiesto l’arresto ma il gip l’ha rigettato con restituzione degli atti al pm. Francesco ed Ezio Perfidio, che si trovano rinchiusi in carcere a Vibo, sono difesi dall’avvocato Francesco Sabatino.

 
 
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