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Definitiva la condanna a carico di Andrea Foti, accusato di concorso nell’omicidio dell’assicuratore e segretario dell’Udc di Stefanaconi Michele Penna, inghiottito dalla lupara bianca il 19 ottobre del 2007. La Suprema Corte di Cassazione ha confermato la pena inflitta dalla Corte d’assise d’appello di Catanzaro emessa nel giugno del 2014, in sede di giudizio di rinvio, a carico del lavaggista, che era stato condannato a 30 anni di reclusione.
In primo grado lo stesso Foti era stato invece condannato, nel processo celebratosi con giudizio abbreviato, alla pena di 16 anni di reclusione. Pena successivamente ridotta a dieci anni all’epilogo del primo processo d’appello, la cui sentenza fu poi annullata con rinvio dalla Suprema Corte. Quindi l’ulteriore giudizio di secondo grado, con i 30 anni di reclusione inflitti e divenuti adesso definitivi.
La condanna della Cassazione è giunta nonostante tanto il difensore dell’imputato, l’avvocato Francesco Gambardella, quanto il procuratore generale della Cassazione avessero chiesto l’annullamento della sentenza. L’omicidio Penna si sarebbe quindi certamente consumato nell’autovettura di Andrea Foti, che era alla guida, mentre la vittima era seduta sul lato anteriore passeggero. Fu assassinato con il concorso Salvatore Foti, poi anch’egli vittima della lupara bianca, e di Emilio Bartolotta, già arrestato, processato e condannato per il delitto.