La Polizia di Stato ha eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere contro due esponenti del clan dei 'Piscopisani', in quanto presunti responsabili dell'omicidio di Fortunato Patania, ucciso nel settembre 2011. Si tratta di Francesco La Bella, 42 anni, e Pietro Michele Russo, 26 anni. 

 

 

Il nuovo collaboratore di giustizia - Le indagini che hanno portato all’arresto, questa mattina di Labella e Russo, sono scaturite in seguito alle dichiarazioni del nuovo collaboratore di giustizia, Raffaele Moscato,  25 anni, arrestato nell'operazione "San Michele" di due settimane fa, ritenuto uno degli autori materiali del delitto del boss Patania. La decisione di Moscato di collaborare con la giustizia sarebbe nata proprio a seguito del suo arresto. Moscato è uno dei due scampati alla morte (l'altro è Rosario Battaglia) la sera dell'omicidio di Francesco Scrugli avvenuto a Vibo Marina il 21 marzo 2012 nell'ambito della faida tra i “Piscopisani”  e il clan Patania di Stefanaconi.

 

 

In manette Francesco Labella , che sarebbe, proprio assieme a Moscato, uno dei killer del boss di Stefanaconi, e Michele Russo, che avrebbe avuto il compito di recuperare i due subito dopo l'agguato. Risulta irreperibile, invece, una terza persona, Salvatore Tripodi (43 anni), destinatario della misura di custodia in quanto ritenuto uno dei mandanti dell'omicidio.  La Bella e Russo sono tra coloro che fecero la doccia con la Coca Cola, per cancellare le tracce di polvere da sparo, particolare confermato da Moscato.

 

Gli arresti di oggi sono la prosecuzione dell’operazione “San Michele” in cui, il 6 marzo scorso sono rimaste coinvolte altre 5 persone, lo stesso Moscato e altri presunti esponenti del “Clan dei Piscopisani” tra cui Rosario Battaglia, Rosario Fiorillo, Annunziato Patania e Michele Fiorillo.

 

Nei giorni scorsi a parlare erano stati i due killer assoldati dall’est dai Patania per rivendicare l’uccisione del boss Fortunato. I due killer hanno confermato di essere stati gli autori materiali dell’omicidio di Davide Fortuna, considerato elemento di vertice dei piscopisani, uccido in pieno giorno mentre era in spiaggia con moglie e figli. Ora si aggiungono le dichiarazioni di Moscato “ che - ha detto il procuratore  – ci hanno consentito di ricostruire in modo dettagliato la faida che ha interessato tutte le cosche del vibonese che stavano cercando di stabilire un nuovo equilibrio. Le dichiarazioni di questo nuovo pentito, inoltre, aprono uno squarcio sulla criminalità organizzata vibonese e ci forniscono importanti elementi”.