VIDEO-INTERVISTA | Antonella Pagliuso, all’indomani dell’individuazione del presunto mandante del delitto, ricorda il fratello ucciso il 9 agosto del 2016 e rivolge un appello ai giovani avvocati
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«Non mi sento diversa da ieri. Continuerò a ripeterlo all’infinito, per me e per la famiglia non cambia nulla. Certo, ho sempre ripetuto che il mio obiettivo era la giustizia di Francesco e per Francesco, e dagli ultimi risvolti delle indagini certamente giustizia si sta facendo. D’altronde non ci fa bene vivere questi momenti, Francesco ci manca ogni giorno di più».
Sorella, amica, collega. Antonella Pagliuso era tutto questo e anche molto di più per Francesco Pagliuso. Da quel 9agosto 2016, quando il penalista venne ritrovato ucciso nel vialetto della villetta di via Marconi in cui era appena rincasato, la sua vita è dedicata solo a questo. Una vera e propria missione che la rinvigorisce e sostiene in momenti così tragici e difficili. Di Antonella si parla anche nell’ordinanza nella quale viene indicato il presunto mandante dell’omicidio sottolineando la “correttezza e la precisione” delle sue ripetute testimonianze.
«A noi resta il mantenere alta la sua memoria perché lo meritava, era un fratello e un avvocato straordinario. Era l’avvocato. Di lui - ci dice - è giusto che abbiano memoria soprattutto gli avvocati giovani. A loro mi sento di fare appello. Emulatelo, credete in quello che fate. Ricordate quel giuramento che noi abbiamo fatto per la professione di avvocato, quello deve essere stampato a fuoco nel cuore e il codice deontologico non va tenuto sulla scrivania o in borsa, si tiene in testa. Deve fa parte della nostra vita e del nostro modo di essere. Come per Francesco, ha sempre rispettato quel codice perché faceva parte della sua vita. Cercate di emularlo quanto meno in questo. Qualcuno – conclude - potrebbe dire che però Francesco è stato ucciso e io rispondo, con il cuore a pezzi, che a volte vale la pena vivere una vita breve, in maniera piena e nel rispetto delle proprie convinzioni e non vivere una vita lunga da mediocri e da infami»
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