'Ndrangheta, i fermati accusati del sequestro dell’avvocato Pagliuso ucciso due anni dopo

Una spirale di sangue nella quale finì anche il noto legale lametino, ucciso il 9 agosto 2016 per vendetta e in particolare per la sua vicinanza all’ex vigile urbano Domenico Mezzatesta

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di Redazione
10 gennaio 2019
09:28
L’avvocato Pagliuso
L’avvocato Pagliuso

Alcuni fermati nell'operazione "Reventinum" coordinata dalla Dda di Catanzaro e condotta dai carabinieri del Comando provinciale sono accusati anche di violenza privata e sequestro di persona dell'avvocato Francesco Pagliuso, ucciso in un agguato il 9 agosto 2016 a Lamezia Terme. Il sequestro sarebbe avvenuto 2 anni prima. Per il delitto, nel 2018, è stato arrestato Marco Gallo, insospettabile 33enne lametino titolare di una società di consulenze che, per l'accusa, sarebbe un sicario a pagamento.

 


Per gli inquirenti, Pagliuso sarebbe stato ucciso da Gallo per una vendetta trasversale ed in particolare per la sua vicinanza a Domenico Mezzatesta, l'ex vigile urbano responsabile, insieme al figlio Giovanni, del duplice omicidio, avvenuto nel 2013 in un bar di Decollatura, di Giovanni Vescio e Francesco Iannazzo, ritenuti vicini alla famiglia Scalise. Da qui si sarebbe innescata una spirale di sangue. I fermi hanno riguardato appartenenti alle famiglie Scalise e Mezzatesta.

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