Udienza dinanzi al gup del Tribunale di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, per il processo con rito abbreviato relativo all’omicidio di Rosario Mazza, 22 anni, avvenuto in località Piani di Acquaro il 19 gennaio 2017. Il pm Claudia Colucci ha chiesto la condanna a 28 anni di carcere per Alessandro Ciancio, esecutore reo confesso del delitto. Per il padre, Cosimo Ciancio, esclusi i futili motivi e le attenuanti generiche, la richiesta di pena formulata dal pm ammonta a 24 anni. Per il fratello Giuseppe Ciancio formulata infine un richiesta di pena a 22 anni con il riconoscimento delle attenuanti generiche.

 

Nei confronti di questi ultimi due, il Tribunale del Riesame di Catanzaro aveva, nei giorni scorsi, rigettato l’appello della Procura di Vibo Valentia che ne aveva chiesto la cattura, in relazione al reato di concorso in omicidio, accogliendo così le richieste degli avvocati Giovanni Vecchio e Bruno Ganino, difensori dei Ciancio.

Un delitto, quello del 22enne Rosario Mazza, per il quale non ci sarebbe una vera causale. Uno spintone, un ceffone ed uno sguardo di troppo all'interno di un bar del paese alla base del delitto. Rosario Mazza lavorava come aiuto cuoco in un ristorante di Laureana di Borrello ed in occasione dell’omicidio è rimasto ferito anche il fratello Simone. Messo di fronte alle proprie responsabilità ed agli elementi di prova, Alessandro Ciancio aveva poi reso piena confessione.