Ha confessato Salvatore Fuscaldo. Sarebbe stato lui ad uccidere Antonella Lettieri la sera dell’8 marzo. È quanto ha reso noto nella serata di ieri in anteprima dal programma in onda su Rete 4 “Quarto Grado”.

 

Dal carcere di Castrovillari nel quale è rinchiuso, il bracciante, davanti al sostituto procuratore Alfredo Manca, avrebbe raccontato nel dettaglio la dinamica dell’efferato delitto.

 

Il racconto di Fuscaldo. Come riferisce l’edizione odierna del “Quotidiano del Sud”, sarebbe entrato in casa della vittima, del quale possedeva una copia delle chiavi, avrebbe impugnato un tubo d’acciaio dell’acqua reperito nell’abitazione e un coltello a serramanico e si sarebbe scagliato contro Antonella colpendola con una violenza inaudita decine di volte.

 

A scatenare la furia omicida, avrebbe raccontato Fuscaldo, l’ennesima richiesta di denaro di Antonella che lo avrebbe ricattato accusandolo di essere stata “svergognata” in paese in seguito a quel rapporto di cui si vociferava in paese e ricattandolo di rivelare la loro relazione che andava avanti da sette anni. Richieste non più tollerabili per il tenore di vita che Salvatore, bracciante agricolo, sosteneva insieme alla moglie e ai figli.

 

Dopo il delitto, l’uomo sarebbe salito sulla sua auto, nella quale sono state rinvenute tracce ematiche di Antonella, e nei pressi di un vigneto vicino al quale lavorava avrebbe gettato le armi, gli scarponi e i vestiti insanguinati che la mattina seguente avrebbe recuperato e dato alle fiamme. Avrebbe recuperato anche le armi sotterrandole, armi che sarebbero attivamente ricercate in queste ore dai Carabinieri.

 

Una versione “lacunosa”. Il racconto del bracciante, tuttavia, non ha convinto del tutto gli investigatori. Le sue dichiarazioni - ha riferito il comandante provinciale di Crotone dei carabinieri, colonnello Salvatore Gagliano - «sono oggetto di attenta verifica perché il racconto presenta molte lacune". "Non é escluso, infatti - ha proseguito l'ufficiale - che quella di Fuscaldo non sia una confessione spontanea, ma sia stata motivata dagli incontestabili elementi di prova raccolti a suo carico e dalla volontà di coprire le responsabilità di altre persone coinvolte. Bisogna stare attenti, dunque, a non lasciarsi andare a facili entusiasmi».