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Atti di indagine secretati. Lo ha deciso il sostituto procuratore di Crotone Alfredo Manca. Il perché è facile immaginarlo alla luce delle dinamiche che il caso dell’omicidio della commessa di Cirò Marina ha messo in moto. Dai capannelli della gente del posto davanti alla stazione dei Carabinieri in attesa che qualcosa dia una sterzata definitiva alle alla vicenda, fino al fratello dell’unico indagato in carcere, Salvatore Fuscaldo, che è stato visto girare in paese con un’ascia e che avrebbe telefonato al commissariato di Lamezia Terme per offrire in forma anonima una testimonianza sul possibile movente e scagionare il bracciante agricolo. Telefonata effettuata però dal suo cellulare privato. Il che ha permesso immediatamente agli investigatori di ricostruire il tentativo di depistaggio.
Il movente rimane un nodo ancora irrisolto. I rapporti tra Antonella e Fuscaldo sono poco chiari. Sicuramente erano di estrema vicinanza. Tanto che, raccontano le sorelle, la commessa gli avrebbe affidato del denaro da custodire e avrebbe dato ai coniugi una copia della chiavi. Tanto da fare finta di sbagliare il resto e restituire a Fuscaldo la stessa banconota da cinquanta euro che le aveva appena dato per pagare la spesa.
Elementi e testimonianze sparse che aspettano una cornice definita e definitiva in cui essere collocati. Qualcosa che faccia luce su cosa ha fatto da benzina alla rabbia dell’assassino. Cosa lo ha portato ad una violenza così efferata, da sfigurare il volto della donna e a spezzarle le falangi mentre lei opponeva le braccia in un disperato tentativo di difesa.
Tiziana Bagnato