VIDEO | All'origine del fatto di sangue, una truffa sui viaggi. Utilizzata la stessa arma sia per assassinare il legale lametino che l'imprenditore edile. Il presunto killer è coinvolto anche nei delitti di Francesco Berlingieri e Gregorio Mezzatesta (ASCOLTA L'AUDIO)
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Un arresto per l’omicidio di Domenico Maria Gigliotti avvenuto a Lamezia nel 2015. In particolare, mella mattinata odierna, su disposizione della Procura della Repubblica di Lamezia Terme, diretta dal procuratore Salvatore Maria Curcio, personale della Squadra Mobile di Catanzaro e del Commissariato di Lamezia Terme, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale Lametino (dott.ssa Rossella Prignani) a carico di Marco Gallo, 36 anni, ritenuto responsabile dell’omicidio e della distruzione del cadavere dell'imprenditore edile Domenico Maria Gigliotti, commesso in Lamezia Terme il 25 gennaio del 2015.
La truffa sui viaggi
Le indagini, dirette dal pm Santo Melidona e condotte dalla Sezione investigativa del Commissariato di Lamezia Terme e dalla Squadra Mobile di Catanzaro, si sono orientate nei confronti di Gallo - già coinvolto negli omicidi di Francesco Berlingieri (per tale episodio delittuoso, già condannato dalla Corte d’assise di Catanzaro alla pena dell’ergastolo), Gregorio Mezzatesta e dell’Avvocato Francesco Pagliuso - in considerazione del fatto che lo stesso figurava tra le vittime della truffa dei c.d. viaggi fantasma venduti dall’agenzia Easy Fligth, gestita dalla moglie della vittima. Sarebbe stato proprio l’incasso fraudolento dell’anticipo versato (1.100 euro) per l’acquisto di una crociera, a cui avrebbero dovuto partecipare Gallo e la moglie, nonché la mancata restituzione dello stesso a scatenare la violenta reazione dell’indagato che, già nel mese di ottobre 2014, aveva esploso alcuni colpi d’arma da fuoco contro l’abitazione della famiglia Gigliotti.
L’arma del delitto
Fondamentale per l’incolpazione di Gallo, in questo ulteriore, grave fatto di sangue, sono stati, nonostante l’utilizzo di un revolver per l’esecuzione del delitto, gli esiti della comparazione balistica, affidata agli esperti della Polizia Scientifica. Infatti, sia in occasione del danneggiamento dell’abitazione, sia in sede di esame autoptico, erano state repertate e sottoposte a sequestro probatorio le ogive dei colpi esplosi. Gli accertamenti tecnico-balistici di natura comparativa, di particolare pregio e rilevanza, hanno consentito di stabilire in modo certo che nei due episodi delittuosi (danneggiamento dell’abitazione ed omicidio Gigliotti) fosse stata adoperata la medesima arma.
Il delitto dell’avvocato Pagliuso
L’ulteriore approfondimento tecnico-scientifico, inoltre, ha consentito di accertare che si tratta del medesimo revolver utilizzato per assassinare l’avvocato Pagliuso, omicidio per il quale Gallo risulta in atto sottoposto a custodia cautelare in carcere ed attualmente imputato dinanzi alla Corte d’assise di Catanzaro.
A completare il quadro indiziario è stata, altresì, l’analisi ed elaborazione dei dati di traffico telefonico acquisiti, ulteriore risultanza tecnica che permette di collocare Gallo nei pressi dell’abitazione della vittima in occasione del danneggiamento.
Colpì la vittima e le diede fuoco
In particolare, Domenico Maria Gigliotti fu assassinato nella prima mattinata del 25 gennaio 2015, all’ingresso della propria abitazione. Le modalità del delitto suscitarono particolare clamore: l’assassino, infatti, dopo aver attinto la vittima con alcuni colpi di pistola del tipo revolver, diede fuoco all’auto sulla quale viaggiava la stessa. Le risultanze dell’esame autoptico sul cadavere consentirono di accertare che il Gigliotti, nel momento in cui si sprigionarono le fiamme, fosse ancora in vita, come testimoniato dalla presenza di fumo nei polmoni.