All'origine del delitto, avvenuto il 4 maggio scorso a Miglierina, il tentativo della vittima di allacciare una relazione con la compagna di Giuseppe Arabia
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Si è svolta questa mattina dinanzi al gup del Tribunale di Catanzaro, l’udienza preliminare a carico di Giuseppe Arabia, 30 anni accusato dell’omicidio di Cesare Falvo. I fatti si svolsero nella notte del 4 maggio scorso a Miglierina, comune alle porte di Catanzaro. Secondo la ricostruzione dei carabinieri a cui furono affidate le indagini, la lite degenerata poi in omicidio fu ricondotta al tentativo di Cesare Falvo di allacciare una relazione sentimentale con la compagna di Giuseppe Arabia.
Le accuse
L’imputato accusato di omicidio premeditato e aggravato dai futili motivi è comparso questa mattina dinnanzi al gup Claudio Paris, assistito dal suo avvocato Anselmo Torchia. Il difensore ha preliminarmente sollevato eccezione di incostituzionalità dell’art. 438 codice di procedura penale nuova formulazione, che in seguito alla riforma Bonafede impedisce, ora, l’accesso al rito abbreviato per gli imputati di reati punibili con la pena dell’ergastolo, e quindi impedisce loro di ottenere la riduzione di un terzo della pena irrogabile in ragione della scelta del rito contratto.
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Disordini in aula
Il giudice ha preso atto della eccezione formulata dall’avvocato Torchia e si è riservato di decidere rinviando a nuova data l’udienza. I familiari della vittima si sono costituiti parte civile difesi dall’avvocato Giuseppe Spinelli.
Disordini si sono verificati in aula durante l’udienza. I familiari della vittima hanno infatti espresso inveito contro l’imputato minacciandolo e insultandolo e rendendo necessario l’intervento dei carabinieri che si sono riservati di relazionare sull’episodio alle autorità competenti.