Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Giovanni Abruzzese, detto "u Cinese", 65 anni, detenuto nel carcere di Rebibbia. La decisione è arrivata nel pomeriggio di oggi, al termine dell’udienza celebrata in mattinata. Abruzzese era accusato di essere uno dei mandanti dell’omicidio di Massimo Speranza, detto "Il Brasiliano", episodio avvenuto nel territorio di San Demetrio Corone e ricostruito nell’ambito di una complessa indagine condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.

Omicidio di Massimo Speranza, le accuse della Dda di Catanzaro

Secondo la Dda, l’agguato – consumatosi all’interno di un’abitazione e con il successivo occultamento del cadavere in un boschetto – sarebbe stato il frutto di una decisione maturata all’interno del sodalizio criminale dopo più incontri tra affiliati. L’accusa nei confronti di Giovanni Abruzzese si fonda principalmente sulle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Ciro Nigro, secondo il quale l’esecuzione sarebbe stata un “piacere” fatto proprio ad Abruzzese, come riferitogli da Eduardo Pepe.

Omicidio di Massimo Speranza, la linea di difesa di Giovanni Abruzzese

La difesa, sostenuta dagli avvocati Giorgia Greco e Antonio Quintieri, ha però evidenziato l’assenza di riscontri oggettivi e ha sottolineato come tutte le dichiarazioni che chiamano in causa Abruzzese siano “de relato”, ossia riferite da terzi e non supportate da elementi diretti. Inoltre, è emerso che in precedenza, con le sole dichiarazioni di altri collaboratori – tra cui Daniele Lamanna, Celestino Abbruzzese e Pasquale Perciaccante – la Procura aveva richiesto e ottenuto l’archiviazione. Soltanto a seguito della collaborazione di Nigro è stata riaperta l’indagine, ma il pentito ha dichiarato di aver partecipato solo alla fase esecutiva, senza coinvolgimento nella pianificazione.

Fioravante Abbruzzese ritenuto l'ideatore dell'omicidio di Massimo Speranza

Le medesime questioni difensive sono state sollevate anche dagli avvocati Cesare Badolato e Luca Acciardi, legali di Fioravante Abbruzzese, alias "Banana". I penalisti hanno sostenuto l’inattendibilità, sia intrinseca che estrinseca, delle dichiarazioni accusatorie, ottenendo a loro volta la scarcerazione dell’assistito. Per la Dda, Fioravante Abbruzzese, detto “Banana”, 71 anni, sarebbe stato l’ideatore e il promotore dell’omicidio, eseguito com'è noto secondo la logica della “lupara bianca”.

Anche per Abbruzzese la procura antimafia di Catanzaro aveva inizialmente chiesto e ottenuto l'archiviazione. Tuttavia, sia Giovanni Abruzzese che Fioravante Abbruzzese rimangono in carcere per precedenti sentenze di condanne divenute definitive.