E’ terminato a Catanzaro dinanzi al pm della Procura per i minori l’interrogatorio di Alex Pititto, il 15enne di San Giovanni di Mileto accusato di aver aperto il fuoco con una pistola uccidendo il 16enne Francesco Prestia Lamberti. Il ragazzo resta a disposizione della Procura e nelle prossime ore si attendono ulteriori sviluppi e la fissazione da parte del giudice dell’udienza di convalida del fermo.

 

Il 15enne, dopo aver ucciso il compagno di scuola (l’Itis “Enrico Fermi” di Mileto), si è consegnato ai carabinieri indicando il posto dove ritrovare il cadavere, un uliveto alle porte di Calabrò, frazione di Mileto. I due ragazzi, frequentanti classi diverse del medesimo istituto scolastico, diverse volte sarebbero usciti insieme in compagnia di altri coetanei. In molti li indicano come amici. Ancora da capire come il 15enne sia entrato in possesso della pistola e perché si sia presentato armato ad un appuntamento in campagna con la vittima. Da chiarire pure se il luogo dove è stato ritrovato il cadavere del ragazzo sia lo stesso dove si è consumato il fatto di sangue.

 

Il ruolo di una terza persona. Gli inquirenti, anche alla luce dell’interrogatorio reso da Alex Pititto, non scartano fra l’altro un’ipotesi di non poco conto, vale a dire che il 15enne possa non aver agito da solo. Si cerca di capire, in particolare, se una terza persona abbia condotto Francesco Prestia dinanzi a Pititto che si sarebbe presentato armato di pistola.

 

I profili social. Al vaglio degli inquirenti diverse ipotesi per tentare di capire la causa scatenante la furia omicida. Tante le piste, ma una appare al momento più battute delle altre. Gli investigatori si stanno infatti concentrando in queste ore ad esaminare i profili social (facebook) della vittima e del presunto autore del fatto di sangue. Fra le ipotesi al vaglio anche quella secondo la quale all’origine dell’omicidio vi sarebbe un commento, un “mi piace” o una condivisione di troppo sul social network facebook.

 

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