Scena muta per il capo ultrà dell'Inter. Gli inquirenti puntano a far luce anche sul delitto di Vittorio Boiocchi, ucciso due anni fa davanti casa
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Non ha voluto rispondere alle domande del pm Paolo Storari, il capo ultrà dell'Inter Andrea Beretta, in cella dallo scorso settembre per l'omicidio di Antonio Bellocco, altro esponente della tifoseria nerazzurra ed erede della cosca di Rosarno, e tra i destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ambito dell'indagine "Doppia Curva".
’Ndrangheta a San Siro | Il summit da Bellocco, il piano per uccidere Beretta e il tradimento: come nasce l’omicidio che ha demolito la curva dell’Inter
L'altro ieri, il pubblico ministero si è recato in carcere per interrogare Beretta che al momento non intende collaborare con inquirenti e investigatori. Tra i temi che si intendono sviluppare figura anche quello dell'omicidio di Vittorio Boiocchi, l'allora leader della curva interista, ucciso il 29 ottobre di due anni fa davanti a casa, alla periferia della città.
Un omicidio ancora irrisolto ma su cui è importante fare luce per assicurare i killer alla giustizia, ma anche per capire i rapporti tra la criminalità organizzata e le tifoserie di entrambe le curve. Due giorni fa è stato interrogato anche Gherardo Zaccagni, il 're' dei parcheggi di San Siro che si è visto confermare gli arresti domiciliari dal Tribunale del Riesame. L'imprenditore ha invece risposto alle domande, ma il verbale sarebbe stato secretato.