Il delitto è stato compiuto la notte di Natale del 2012 e rientrebbe nella faida con la famiglia Priolo. Nel processo sono coinvolti anche Giuseppe Brandimarte e Davide Gentile
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Il pm Francesco Ponzetta ha chiesto la condanna all’ergastolo per Alfonso Brandimarte, accusato dell’omicidio di Francesco Bagalà, avvenuto a Gioia Tauro la notte di natale del 2012. L’imputato è l’unico dei tre coinvolti nel delitto che ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato e, per questo motivo, sta affrontando il processo davanti al gup di Reggio Calabria. Gli altri due, Giuseppe “Nuccio Brandimarte e Davide Gentile sono sotto processo dinnanzi alla Corte d’assise di Palmi.
L’omicidio, secondo la ricostruzione operata dalla Procura antimafia di Reggio Calabria, rientrerebbe nella faida combattuta tra le famiglie Brandimarte e Priolo, scatenata dall’omicidio di Vincenzo Priolo per mano di Vincenzo Perri, nel luglio 2011. Dopo quel delitto si sarebbe innescata una spirale di violenza tra i le due famiglie che avrebbe portato al tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte, all’omicidio di Giuseppe Priolo e, infine, all’omicidio di Bagalà, amico di Vincenzo Priolo.
Il pubblico ministero durante la requisitoria ha spiegato come la famiglia Brandimarte abbia trovato il suo spazio all’interno della criminalità organizzata di Gioia Tauro anche grazie alle ingenti risorse economiche provenienti dal traffico di droga. Una crescita segnata anche dallo scontro con i Priolo concluso con l’uccisione di Francesco Bagalà che, secondo l’accusa, faceva parte del commando che tentò di uccidere Giuseppe Brandimarte e partecipò al pestaggio di Perri il giorno in cui quest’ultimo uccise Vincenzo Priolo.
Secondo la ricostruzione accusatoria, il mandante dell’omicidio di Natale fu Giuseppe Brandimarte, mentre Alfonso Brandimarte e Davide Gentile i due killer. Nell’udienza del 10 gli avvocati Domenico Ascrizzi e Valerio Spiagarelli, legali di Brandimarte, sosterranno la loro arringa difensiva, prima della camera di consiglio e della sentenza.