Non regge in Corte d’Assise a Catanzaro l’inchiesta istruita dalla Dda per far luce sull’omicidio di Antonio De Pietro. La Corte ha infatti assolto Rosario Battaglia, 39 anni, di Piscopio, e Michele Fiorillo, 37 anni, alias “Zarrillo”, pure lui di Piscopio accusati di concorso nel fatto di sangue. La pubblica accusa aveva chiesto per entrambi gli imputati la condanna all’ergastolo.

La vittima, di Nicotera, impiegato della direzione provinciale del lavoro di Vibo Valentia, è stata freddata a colpi di pistola nei pressi del cimitero di Piscopio l’11 aprile 2005. Ad eseguire materialmente il fatto di sangue, secondo l’accusa, sarebbe stato Rosario Fiorillo, 32 anni, alias “Pulcino” – cugino di Battaglia e “Zarrillo” – la cui posizione è stata però stralciata in quanto quindicenne all’epoca dei fatti e quindi competente il Tribunale per i minorenni. Antonio De Pietro sarebbe stato ritenuto dagli imputati – secondo l’originario “castello” accusatorio che non ha però retto al vaglio della Corte – “colpevole” di aver intrattenuto una relazione extraconiugale con la madre di Rosario Fiorillo, a causa della quale la donna avrebbe dilapidato il patrimonio dell’intera famiglia.

L’omicidio avrebbe segnato l’ascesa del clan dei Piscopisani, ma le dichiarazioni dei collaboratori non sono bastate per arrivare alla responsabilità penale degli imputati.