Il cellulare trovato spento accanto alla pozza di sangue in cui giaceva senza vita Antonella Lettieri, la commessa di Cirò Marina uccisa la sera dell’otto marzo scorso, e le immagini catturate dalla telecamera di videosorveglianza di un vicino. Sono questi gli elementi a cui stanno lavorando in queste ore i Ris di Roma. Analisi e accertamenti importanti quelli che sta portando avanti il Reparto Investigazioni Scientifiche della capitale. Con molta probabilità decisivi. Ecco perché l’avvocato di Salvatore Fuscaldo, Francesco Amodeo, al momento l’unico indagato e in carcere, ha inviato sul posto anche un proprio perito informatico.


Sarà il telefonino della commessa quarantaduenne a fare luce sul rapporto con il bracciante agricolo con l’hobby della caccia. Perché in questa vicenda che ha visto le indagini andare avanti a ritmo imponente fino a mettere dietro le sbarre un presunto colpevole in dieci giorni esatti, manca ancora un movente. Un motivo che abbia spinto quelle mani, forse appartenenti a più persone, ad abbattersi con tale impeto su Antonella fino a sfigurarle il volto e lasciarle segni su tutto il corpo, specie sulle braccia che la donna cercava di opporre sul viso per difendersi.


Un triangolo quello tra Antonella e la coppia Fuscaldo, Salvatore e la moglie Caterina, osteggiato dalle sorelle della donna che definiscono quell’intesa “morbosa”. Quanto e se lo fosse sarà in particolare lo smartphone della commessa a rivelarlo. Così come le immagini di videosorveglianza potrebbero avere inquadrato chi è entrato senza forzare l’ingresso nella casa di via Cilea per poi sorprendere Antonella alle spalle.

 

Tiziana Bagnato