Le indagini sono condotte dai carabinieri della compagnia di Scalea e coordinate dalla procura di Paola diretta da Pier Paolo Bruni. Il corpo della donna bulgara era stato scoperto nella sua casa lo scorso 30 agosto (ASCOLTA AUDIO)
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I carabinieri della compagnia di Scalea e quelli della stazione dl Belvedere hanno arrestato, la scorsa notte, il presunto assassino di Aneliya Dimova, la 55enne bulgara uccisa a Belvedere lo scorso 30 agosto. Si tratta di Andrea Renda di 32 anni. Le indagini sono coordinate dalla procura di Paola guidata da Pier Paolo Bruni. Si tratterebbe di un giovane del piccolo comune della procincia di Cosenza. Maggiori particolari dovrebbero essere forniti a breve dagli inquirenti.
A Renda adesso viene contestato l'omicidio e la rapina e l'ipotesi degli inquirenti è quella di un tentativo di rapina finito male. Sulla scena del delitto, nell'immediatezza, erano state trovate delle impronte e alcuni oggetti che potrebbero essere compatibili con le ferite alla testa della donna, tra cui una bottiglia. Dalla casa mancavano la fede della vittima, poi ritrovata in un Compro Oro della cittadina tirrenica, e altri oggetti di valore, un telefono cellulare e la borsa sempre della vittima.
A incastrare il trentaduenne ci sarebbero le immagini della video sorveglianza urbana che ne indicano l'ingresso in casa della donna alle 2.07 e l'uscita circa mezz'ora dopo. Il ragazzo è lo stesso che poi è stato ripreso dalle telecamere del Compro Oro mentre entra nel negozio. Diciassette i punti caratteristici tra l'uomo ripreso nelle immagini e il 32enne fermato. All'uomo viene contestato l'omicidio e la rapina, ma sul movente ci sono altri aspetti da chiarire. L'ipotesi centrale degli investigatori ruota attorno ad un furto finito male.
L'omicidio a Belvedere
Aneliya Dimova era stata ritrovata da alcuni amici che, dopo ripetute telefonate a vuoto, si erano recati a casa sua trovandola nuda, distesa sul letto, in un lago di sangue, coperta da un panno o forse un lenzuolo che le copriva il capo, sfigurato dai colpi inferti. Aneliya era una donna bulgara divisa tra l'amore per l'Italia, dove si era trasferita 20 anni fa, e la Bulgaria, dove aveva lasciato la madre e il figlio, geologo e docente universitario, a cui in questi anni ha consentito di vivere una vita un po' più agiata grazie al duro lavoro. Ed è proprio con loro che aveva trascorso gran parte degli ultimi mesi.
La donna era volata in Bulgaria a inizio pandemia e a causa delle restrizioni anticovid per lungo tempo non aveva potuto lasciare il Paese. Era tornata a Belvedere circa due mesi fa. Qui aveva ricostruito la sua vita, lavorando come badante e costruendo una fitta rete di amicizie. Aveva anche sposato un medico che, alla sua morte, le aveva lasciato l'abitazione al primo piano dello stabile teatro della tragedia.
Il particolari dell'arresto saranno resi noti alle 11 nel corso di una conferenza stampa che si terrà in procura a Cosenza.