La Corte d’Assise di Catanzaro ha accolto tutte le richieste istruttorie. Si contemplano il delitto dell’imprenditrice di Laureana di Borrello e un presunto regolamento di conti per vendicare la morte di un sodale della cosca di Mileto
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Sono state ammesse tutte le richieste istruttorie al processo che si sta celebrando davanti alla Corte d’Assise di Catanzaro e che contempla due delitti: quello dell’imprenditrice Maria Chindamo, rapita e uccisa a Limbadi il 6 maggio 2016, e quello di Angelo Antonio Corigliano, ucciso a Mileto il 19 agosto 2013. Sono i delitti contemplati nell’inchiesta Maestrale, istruita dalla Dda di Catanzaro nei confronti della ‘ndrangheta vibonese e dei suoi presunti sodali e fiancheggiatori.
Nel corso della scorsa udienza era stata sollevata un’eccezione riguardo ad alcune intercettazioni. Il collegio, presieduto da Massimo Forciniti, si era riservato di decidere e oggi ha deciso di ammettere tutte le richieste istruttorie.
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L’omicidio Chindamo
Imputati in questo procedimento sono Salvatore Ascone, 58 anni, il quale avrebbe compiuto il delitto dell’imprenditrice in concorso con l’ex suocero della Chindamo, Vincenzo Puntoriero (deceduto) il quale avrebbe commissionato il delitto perché imputava il suicidio del figlio alla separazione che questi aveva avuto da Maria Chindamo. Ascone avrebbe partecipato avendo interesse, in proprio e in qualità di referente di Diego Mancuso, ad acquisire i terreni dell’imprenditrice. In seguito al rapimento e il cui corpo sarebbe stato poi dato in pasto ai maiali e i resti distrutti con la fresa di un trattore.
L’omicidio Corigliano
Per il delitto Corigliano sono imputati, invece, Giuseppe Mazzitelli, 34 anni, Salvatore Pititto, 56 anni, e Domenico Iannello, 47 anni. Corigliano sarebbe stato ucciso per un regolamento di conti, per vendicare la morte di Giuseppe Mesiano.
Oggi nel corso del processo con rito abbreviato, i pubblici ministeri della Dda di Catanzaro Antonio De Bernardo, Annamaria Frustaci, Antonio Buzzelli e Irene Crea hanno chiesto l’ergastolo nei confronti di Domenico Polito e 30 anni nei confronti di Antonio Massimiliano Varone, anche loro implicati nell’organizzazione dell’omicidio Corigliano.
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giovanni Sisto Vecchio, Sandro D’Agostino, Antonio Caruso, Salvatore Staiano, Giuseppe Di Renzo, Tommaso Zavaglia.