L’attesa risposta “politica” che avrebbe potuto e dovuto spiegare all’opinione pubblica calabrese perché è stato deciso di spendere 100mila euro per consentire al presidente della Calabria Mario Oliverio di partecipare nel luglio scorso al Festival di Spoleto, non è ancora arrivata. Chi guida la Regione perché eletto dai cittadini preferisce mandare avanti i burocrati, nella speranza che la pezza non sia peggiore del buco.


«Il Dipartimento al Turismo della Regione - si legge in una nota senza nomi e cognomi - intende confutare la critica sulla inopportunità di tale scelta. Non è pletorico, innanzitutto, sottolineare che essa è stata compiuta in attuazione ed in coerenza con il piano di marketing turistico regionale - scrivono dagli uffici regionali -. Ridurre la presenza della Regione Calabria ad una cena di una serata di gala e contestualmente omettere di valutare l'efficacia delle iniziative di cui la Calabria è stata protagonista nell'ambito dello svolgimento del Festival della durata di 15 giorni è una oggettiva forzatura».

 

A dire il vero, durante il festival e pure dopo, nei canali di comunicazione della manifestazione, a cominciare dal sito web, non c’era traccia della Regione Calabria, dei suoi prodotti tipici, delle sue risorse ambientali e paesaggistiche. Basta una semplice ricerca su Google per riscontrare la totale assenza della Calabria dal Festival di Spoleto. Gli unici indizi della sua partecipazione sono una serie di veline stampa focalizzate su Oliverio e qualche articolo addomesticato dalla società Hdrà che fa capolino dal sottoscala di alcune testate nazionali.

 

Ma il dipartimento del turismo insiste: «La Calabria è stata presente al festival di Spoleto attraverso molteplici attività che, oltretutto, attestano la congruità dell'investimento rispetto agli obiettivi di promozione turistica da perseguire».

 

Quali siano però nello specifico questi obiettivi, al di là delle ridondanti premesse presenti negli atti amministrativi, e come siano stati valutati i risultati, per ora non è dato sapere.
«È da precisare - continua il dipartimento turismo - che la cena a cui polemicamente si è fatto riferimento è stata una iniziativa di indiscusso successo ed una forma assai efficace di promozione dei prodotti tipici locali. La degustazione delle eccellenze enogastronomiche, assurte a fattore identitario, coniugata alla narrazione di momenti culturali, relativi alle tradizioni ed alla storia della Calabria, sono state oggetto di forte attrazione e interesse per una vasta e qualificata platea di giornalisti, opinion leaders, esperti del mondo della comunicazione e dello spettacolo, rappresentanti della intellettualità italiana».

 

Che i 60 ospiti vip si siano divertiti nessuno lo mette in dubbio, che abbiano apprezzato la cucina del talentuoso chef calabrese Gennaro Di Pace è scontato. Ma non si comprende come si possa considerare opportuno spendere 100mila euro in questo modo in un momento di grande difficoltà per la Calabria, con una Sanità a pezzi, una disoccupazione giovanile tra le più alte d’Europa e una sfiducia impressionante nell’attuale classe dirigente.

 

Nell’impresa quasi impossibile di giustificare la spesa, il dipartimento del Turismo cerca quindi di esaltare l’intervista di Mieli a Oliverio:
«Domenica 8 luglio il presidente Oliverio ha preso parte agli "Incontri di Paolo Mieli", il format che presenta l'ormai consolidata rassegna di conversazioni condotte dallo storico e giornalista e dedicate a innovazione, cultura, futuro, sostenibilità, territorio, internazionalizzazione. In una sala gremitissima, Paolo Mieli ha conversato con il Governatore della Regione Calabria su varie tematiche spazianti dalla visione per il futuro della Regione alle opportunità e risorse del territorio calabrese».

 

Ebbene, la famosa intervista non si trova da nessuna parte, tranne che sul profilo Facebook dello stesso governatore. Una ripresa fatta col telefonino, di scarsissima qualità, ma sufficiente a capire che più che un’intervista è stata una chiacchierata tra un importante giornalista e il suo sponsor che finanziava l’iniziativa. Innanzitutto il tono colloquiale, il “Tu” a rimarcare la sintonia e soprattutto nessuna, ma proprio nessuna, domanda scomoda.
Di Calabria, poi, si è parlato pochissimo, visto che la conversazione si è subito concentrata sulla politica nazionale, offrendo a Oliverio l’opportunità di prendere le distanze dall’ex segretario del suo partito, Matteo Renzi. Quella che la Regione definisce “intervista” si è chiusa con Mieli che salutava il suo ospite definendolo un “amministratore illuminato”.

 

Insomma, i culi di pietra che siedono alla Regione si facciano da parte. E la politica abbia il coraggio di spiegare ai calabresi le sue scelte, anche quando non è facile farlo.

 

Enrico De Girolamo

 

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