L'uomo ha riportato un trauma cranico cadendo e ha dovuto attendere che gli operatori sanitari arrivassero da un'altra provincia. Altro lungo viaggio poi per arrivare in ospedale. La denuncia del sindacato dei medici: «Situazione che rischia di peggiorare in estate»
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Circa cinquanta minuti per garantire un soccorso in emergenza, questa volta il malcapitato ha dovuto, infatti, attendere l'arrivo di un mezzo proveniente da un'altra provincia. È quel che è avvenuto ieri pomeriggio a Vibo Marina, dove la centrale operativa 118 è stata allertata per prestare la prima assistenza sul luogo di un incidente.
Un ciclista, a cui è stato diagnosticato un trauma cranico a seguito di una caduta, è stato trasportato al pronto soccorso dell'ospedale di Catanzaro dopo una triangolazione che ha coinvolto tre distinte aree territoriali e due province. L'incidente si è infatti verificato a Vibo Marina ma l'ambulanza mobilizzata nell'imminenza del fatto è stata quella della postazione di Lamezia Terme che per raggiungere l'area d'intervento ha comprensibilmente impiegato più del tempo standard previsto.
Da Lamezia Terme a Vibo Marina e poi alla volta di Catanzaro per consentire al ciclista di ricevere le prime cure. Sul caso ha preso posizione il delegato Smi dell'Asp di Catanzaro, Saverio Ferrari, che ha commentato: «Inviare la pet di Lamezia Terme per un intervento a Vibo Marina è un doppio errore. In primo luogo, è troppo lontano il target per garantire un soccorso nei tempi giusti; secondariamente, si lascia un intero territorio, in questo caso quello lametino, sprovvisto di mezzi per almeno tre ore».
«Un intervento di emergenza eseguito dopo oltre 30 minuti diventa del tutto inutile per il paziente e rischioso anche per i soccorritori che potrebbero essere aggrediti - se va bene solo verbalmente - dai familiari del ferito a causa della lunga attesa. Il 118 dovrebbe intervenire in 8 minuti in area urbana e in 20 in area extra-urbana. Tale situazione purtroppo è destinata a peggiorare nel periodo estivo».