Il presidente Decaro contro la misura che prevede siano i primi cittadini a chiudere le vie e le piazze della movida: «Commessa una scorrettezza istituzionale». Gli fanno eco i sindaci calabresi Magorno, Falcomatà e Abramo
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«Il governo ha voluto scaricare la responsabilità del coprifuoco sui sindaci: non è possibile che siano i primi cittadini a chiudere le piazze e le vie della movida». Lo ha detto Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente Anci (Associazione nazionale comuni italiani), parlando a Radio Capital.
«I sindaci non possono controllare, per questo abbiamo preteso che sparisse dal testo del Dpcm la parola sindaco – ha continuato -. Non ci piacciono le ordinanze-spot: se non possono esserci controlli, la norma è priva di senso». Quindi l’affondo: «È stata commessa una scorrettezza istituzionale, non parteciperemo più a riunioni di regia perché tanto la presenza dei sindaci è inutile. Si incontrano i ministri con i presidenti di regione e decidono in autonomia. Il governo decide senza tener conto delle esigenze locali».
E sono diversi i sindaci italiani a fargli eco. Tra questi, il primo cittadino di Diamante, nel Cosentino, e senatore di Italia Viva Ernesto Magorno, secondo cui quella adottata dal nuovo Dpcm è «una decisione che lascia perplessi anche perché, come sottolineato a più riprese negli scorsi mesi, esiste un problema relativo ai controlli. Esistono realtà del Sud senza neanche un vigile urbano. Come è possibile garantire - si domanda Magorno - un'adeguata copertura del territorio? I sindaci hanno sempre mostrato spirito di collaborazione nonostante non abbiano trovato ascolto nelle istituzioni che ora devono cambiare rotta perché non possiamo essere lasciati soli».
Malcontento espresso anche da Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria che ha twittato: «È un errore scaricare sui sindaci la responsabilità sulle zone in cui applicare il coprifuoco. In un momento difficile come questo le istituzioni dovrebbero collaborare, lo scaricabarile non risolve nulla. Il governo si ravveda e modifichi la norma».
E sulla stessa lunghezza d'onda si trova anche il primo cittadino di Catanzaro, Sergio Abramo: «Sulla chiusura di strade e piazze avrebbe dovuto decidere il Governo, sarebbe stato meglio evitare ordinanze singole da parte dei sindaci. Noi - ha spiegato il sindaco del capoluogo calabrese - abbiamo già tanto da fare in materia sanitaria: ci sono i tamponi, c'è la prevenzione con il rispetto della quarantena. Siamo oberati. Sarebbe stato meglio stabilire nel Dpcm che le strade e le piazze fossero chiuse. In quel caso, in presenza di violazioni, sarebbero intervenuti i vigili urbani. Così, invece, spetta agli enti locali controllare e con la carenza di personale di cui soffre la polizia locale, sarà difficile intervenire».