Il nuovo piano di riorganizzazione della rete ospedaliera regionale ha creato più di un malumore ad Acri. Secondo il sindaco della città cosentina Pino Capalbo, attraverso il Decreto n. 198 del 13 luglio 2023 , il locale ospedale "Beato Angelo" rischierebbe di perdere ulteriori posti letto.

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Immediatamente si è dunque accesa la polemica, con Capalbo che ha inviato al Commissario ad acta alla Sanità Roberto Occhiuto una lettera, per chiedere lumi su questa scelta. Insieme al sindaco di Acri, ad essere preoccupati sono anche i sindaci del comprensorio.

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Dopo la missiva del primo cittadino di Acri è arrivata a stretto giro la risposta Pasqualina Straface, presidente della Terza Commissione regionale Sanità. Secondo la Straface le parole di Capalbo sono state dettate da «qualche ordine di scuderia» e per l'ospedale di Acri sarebbero pochi i rischi, considerando che «medicina non perde nessun posto, visto che da 16 posti di degenza ordinaria e 4 di day hospital passa a 18 di degenza ordinaria e 2 di day hospital. Che, matematica ci insegna, porta sempre il totale di 20 posti. L’unica riduzione  - scrive la Straface - tocca i posti di Day surgery, ma solo perché questa passa sulla rete territoriale dove Acri è sede di Ospedale territoriale per un totale di 20 posti letto di residenza medicalizzata, 20 posti dell’Ospedale di comunità e 20 posti di riabilitazione». 

Per fare il punto della situazione, su questa intricata vicenda, le telecamere di LaC Tv hanno fatto tappa ad Acri con Dentro la Notizia,  (guarda la puntata) la striscia d’informazione di LaC Tv condotta da Pasquale Motta.

«La Straface dovrebbe rileggere meglio il Decreto, perché noi perdiamo esattamente 6 posti letto. Due in medicina, che comunque resta unità complessa, e quattro in chirurgia». Ribadisce il sindaco Capalbo ai microfoni di LaC Tv durante la puntata del format condotto da Pasquale Motta. «Posso anticipare - dice il primo cittadino di Acri - che impugneremo il Decreto al Tar e chiederemo la sospensione, considerando che non abbiamo avuto nessuna risposta». 

Ad essere preoccupati della vicenda che sta interessando ospedale Beato Angelo, sono anche molti sindaci dei comuni che confinano con Acri e che dunque usufruiscono dei servizi del nosocomio. «La situazione della Sanità calabrese è preoccupante - afferma Gianni Gabriele primo cittadino di San Giorgio Albanese - . L'ospedale di Acri rappresenta un punto di riferimento anche per la nostra comunità e può garantire anche il decongestionamento dell'ospedale di Cosenza».

Sulla stessa lunghezza d'onda è anche il sindaco di Santa Sofia d'Epiro Daniele Sisca: «Acri è un punto di riferimento soprattutto per noi - afferma Sisca -, serve assolutamente un cambio di rotta nella rete assistenziale del nostro territorio. Bisogna intervenire massicciamente sull'ospedale acrese e renderlo funzionale». 

«Il presidio ospedaliero di Acri è anche un punto di riferimento anche per Bisignano - afferma il primo cittadino della città di Sant'Umile Francesco Fucile -. Bisognerebbe potenziarlo e non depotenziarlo, poiché in un discorso di razionalizzazione chi è penalizzato è il cittadino. I vari servizi offerti dall'ospedale di Acri funzionano bene - dice il sindaco di Bisignano -, soprattutto grazie alla grande professionalità dei medici. L'indice di gradimento di questo nosocomio è ottimo e lo dicono sia i numeri che soprattutto i cittadini»

A prendere la parola durante la trasmissione condotta da Pasquale Motta anche Mario Fusaro, presidente della commissione consiliare alla Sanità del Comune di Acri, Iolanda Magliari presidente del comitato "Uniti per l'ospedale Sant'Angelo d'Acri", Vincenzo Toscano presidente dell'associazione LACA e Gino Caiaro, rappresentante dell'associazione Acri.0.