La maxi inchiesta ha coinvolto anche la procura di Reggio Calabria e Firenze. Risultano 4 latitanti e 2 indagati sono ancora in Svizzera in attesa di estradizione
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Sono stati convalidati nelle ultime ore, da vari gip di diverse sedi giudiziarie, 48 dei 54 provvedimenti di fermo, con tanto di conseguenti misure cautelari, a carico degli indagati della tranche lombarda della maxi inchiesta, coordinata dalle Dda di Milano, Reggio Calabria e Firenze, che sei giorni fa ha inflitto un duro colpo alla cosca della 'ndrangheta dei Molè.
Quattro destinatari del provvedimento di fermo (è di circa 1500 pagine in totale quello firmato dai pm Ombra e Addesso della Dda milanese) risultano latitanti, mentre altri due, bloccati in Svizzera, non hanno dato il consenso all'estradizione ed è in corso il procedimento.
Per tutti gli altri sono stati convalidati i fermi e sono state emesse misure cautelari. Provvedimenti che dovranno essere rinnovati dal gip di Milano Anna Magelli con la trasmissione degli atti dagli altri uffici giudiziari. Tra i presunti capi del clan, attivo tra le province di Como e Varese, figura Domenico Ficarra, 37 anni.
Dalle carte è emerso, poi, che Attilio Salerni e il fratello Antonio sarebbero stati gli esecutori materiali «di violenze e minacce nei confronti dei dirigenti» della Spumador Spa, nota azienda di bevande gassate finita nella morsa dei clan.
Attraverso le intimidazioni i due avrebbero acquisito «il controllo e la gestione delle commesse di trasporto conto terzi» della Spumador «per il tramite di Sea Trasporti», società a loro riconducibile. E avrebbero partecipato «al cartello di imprese, insieme alle famiglie Palmieri e Stillitano, con i quali monopolizzavano le commesse di Spumador» utilizzando altre due aziende e «continuando a ripartire i profitti». Per un totale di oltre 1,1 milioni di euro tra il 2015 e il 2019.