È un profumo che inebria e attrae a sé. È un venticello leggero che conduce a Lei, la Vergine Maria, la Madre che nel borgo Torre di Ruggiero ha voluto fare dono di sé in un modo unico e  speciale: il santuario “Santa Maria delle Grazie”. Un luogo di preghiera, dove tutti potessero accedere per innalzare inni e lodi.

 

La storia del santuario

“Voglio essere riverita in questo luogo da molti popoli vicini e lontani”, disse la Vergine nel 1677, il 17 aprile, a Isabella Cristello, pastorella torrese di ritorno dalla chiesetta delle Grazie. Un messaggio, dapprima accolto  con diffidenza dal clero e dai fedeli, ma ben presto diffuso nei paesi macerie, lo sgomento fu forte. Tanta la sofferenza. L’intervento della Madre di Dio non tardò però ad arrivare.

 

Nella primavera dell’anno 1858, un contadino, Francesco Arone, mentre lavorava intorno alla chiesetta, venne ispirato: “Qui, un tempo, scorreva la fontana della Madonna!”. Rimosse la terra con zappa e uno zampillo d’acqua pullulò ai suoi piedi. È in ginocchio e non smise di ripetere: “Madonna mia, Madonna mia!”. Si rialzò e non avvertì più alcun dolore alle ginocchia, da anni logorate dai reumatismi. Il desiderio della Madre di Dio trova piena rispondenza in tutti e il santuario viene ricostruito.

 

"è la piccola Lourdes della Calabria"

Da allora, nulla ha fermato la volontà di Maria. Oggi, secondo il desiderio del Suo cuore, centinaia di fedeli, in ogni periodo dell’anno, si recano al santuario “È la piccola Lourdes della Calabria. L’acqua scorre sempre dalla fontanella. Non ha mai smesso, nonostante la siccità abbia interessato la zona. Grazie, guarigioni, preghiere, i fedeli che giungono qui in occasione della festa, che ricorre l’8 settembre, richiedono ogni cosa. Ognuno secondo le necessità del proprio cuore”, dice il rettore del santuario, don Maurizio Aloise, che ci annuncia anche la novità del programma di quest’anno: il cammino mariano.

 

Il cammino mariano

Il convento di San Basilio, i ruderi del mulino dei monaci agostiniani, il mulino fabiano, queste alcune delle tappe che i pellegrini percorrono prima di raggiungere il santuario, seguendo lo stesso sentiero tracciato in passato dai fedeli.  “Un viaggio soprattutto interiore che deve servire per ristabilire, ritrovare, il contatto con Dio e con i fratelli”, ha ricordato il presbitero che ci invita a partecipare prima di impartire la benedizione “questo breve tragitto vi lasci assaporare il profumo della fede e la bellezza della preghiera”. La marcia ha avuto inizio nelle prime ore pomeridiane, sotto un tiepido sole settembrino. Tra i fedeli, molti giovani: “Questo percorso rappresenta un pellegrinaggio. La meta è Lei, la Vergine Maria. Voglio che accompagni sempre il mio cammino. È bello farlo insieme, poter vivere un momento di condivisione”.

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Dinanzi alla sorgente d’acqua del Tempio, i pellegrini concludono l’itinerario. Una scelta voluta perché rimanda alla sorgente delle sorgenti, Maria, colei da cui tutto prende vita. “E il percorso”, ricorda una fedele,  “non ha solo un significato spirituale. Quest’anno ricorre la dodicesima giornata della custodia del Creato. Abbiamo voluto rivivere anche il contatto con la natura e le bellezze culturali del nostro luogo”.  Per domani c’è attesa per la santa messa presieduta dall’arcivescovo metropolita di Catanzaro- Squillace, mons. Vincenzo Bertolone. Alle ore 10.30 il presule inizierà la celebrazione eucaristica. A seguire la processione nel piazzale antistante.

 

Rosaria Giovannone