«Lo so che farai fatica a credermi ma di me non devi avere più paura non devi temere più niente». Parole che oggi fanno venire i brividi, parole finte, parole che riecheggiano come un pentimento ipocrita e fasullo, sono le parole che Ciro Russo scriveva sul suo profilo Facebook alla fine di un lungo post dedicato a Maria Antonietta, la sua ex moglie che oggi combatte tra la vita e la morte al centro grandi ustionati di Bari. La donna percorreva questa mattina una via centrale di Reggio Calabria quando la sua auto è stata prima speronata, a quel punto l’ex marito ha aperto lo sportello della vettura e cosparso l’abitacolo di benzina. Un inferno di fuoco che non ha lasciato via di fuga alla donna intrappolata tra le fiamme di un amore malato. Una storia malata, un uomo violento. Ma Maria Antonietta aveva avuto il coraggio di denunciare. Quella denuncia è valsa l’arresto dell’uomo e una misura cautelare in carcere attenuata nei mesi successivi dai domiciliari che trascorreva nella sua casa di Ercolano, in Campania.


Forse dopo la denuncia Maria Antonietta sperava di ricominciare insieme al bambino dai grandi occhi profondi che posa insieme a lei nelle tante foto social. Forse Maria Antonietta sperava che un futuro diverso fosse ancora possibile. Un sogno polverizzato nel giro di pochi istanti. «Tu... tu hai il sole dentro, tu brilli di luce propria quella luce che mi ha fatto innamorare perdutamente di te, ma purtroppo io... sono stato la luna che continuava ad ecclissarti, pur sbagliando pensando di fare la cosa giusta perché non riuscivo più a vederti». Scriveva ancora Ciro sul suo profilo sperando in un perdono. «È vero ti ho fatto del male e per questo ti chiedo scusa, chiedo perdono non voglio altro che essere perdonato, il mio comportamento è stato a dir poco deplorevole, ho capito...ho capito che non ho guardato ad un certo punto non ho visto più la bellezza che ti distingueva dagli altri sono diventato ceco di rabbia e gelosia».

 

Il 20 gennaio Ciro scrive di aver capito, dichiara pubblicamente di aver compreso di aver ferito la sua donna e di saperla ora finalmente amare. «Invece di sgridarti avrei potuto farti una carezza, invece di darti uno schiaffo avrei potuto abbracciarti, tu lo avresti apprezzato e ti saresti tranquillizzata parlando con me e dicendomi quello che pensavi , avrei reso felice te e sarei stato felice io di ascoltarti...adesso...adesso che so amarti adesso che so come dimostrartelo adesso che saprei renderti felice in tutti i momenti che potevamo passare insieme, io ti ho persa, la mia vera punizione sarà questa non quella penale , l’idea di non poterti avere più’ accanto mi ha ucciso più’ volte e continua a farlo ogni giorno».

E invece la punizione più grande è stata per lei. Oggi era prevista a Reggio Calabria una delle udienze che avrebbero portato alla separazione legale della coppia, un passo in più per Maria Antonietta verso la liberazione dal fardello di un passato troppo doloroso. E invece niente aule oggi ma solo il gesto lucido di chi medita vendetta, di chi ha scelto di partire nel cuore della notte impugnando una tanica di benzina, di chi non ha occhi neppure per la felicità del suo bambino, di chi ha sfregiato per sempre la vita di una mamma, di una donna. Maria Antonietta per fortuna vivrà, i medici parlano di condizioni preoccupanti ma non di pericolo di vita. Quel che è certo è che per sempre porterà le cicatrici nel corpo ma soprattutto nell’anima.

 

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