«Era il 29 aprile. Ricordo che ero in macchina dopo essere uscita da scuola, volevo mettere la marcia indietro ma avevo dolori alla mano. Ho tentato più volte, ho chiamato mio marito e ci sono riuscita dopo almeno una mezz’ora. Poi sono tornata a casa ma la cosa è continuata. Sono andata dal medico secondo il quale poteva trattarsi di tunnel carpale. Dopodichè un ricovero in ospedale e accertano che c’era una lesione importante al cervello e che dovevo essere operata». Tumore al cervello. E’ stata questa la diagnosi che nel 2015 ha sconvolto la vita di Rita Rocca, insegnante di religione catanzarese, mamma e moglie ma anche amica di Nuccia Tolomeo, la serva di Dio tra i sette nuovi venerabili per i quali Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgarne i decreti. E proprio quella vicinanza a Nuccia ha permesso a Rita di affidarsi alla fede e ricevere, da parte di quella donna umile che ha vissuto per 60 anni una vita immobile a causa di una paralisi progressiva e deformante fino alla morte avvenuta nel 1997, una grazia che le ha ridato la vita.

Il sogno di Rita

Nuccia compare in sogno alla sua amica del cuore, è insieme a lei in una sala operatoriadell’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, la stessa nella quale Rita avrebbe dovuto sottoporsi ad un delicato intervento che non c’è mai stato. Da una nuova risonanza infatti il quadro clinico era cambiato: quella massa cerebrale di circa 2 cm che premeva sui centri motori non c’era più. «Prima di partire per Milano per l’intervento ho sognato una sala operatoria - racconta Rita -. C’erano i medici e c’era Nuccia. I camici dei medici erano bianchissimi, quello di Nuccia era sfolgorante. Lei aveva i capelli lunghi, annuiva e sorrideva. E intanto guardava tutto quello che facevano. Subito dopo mi ritrovo in una corsia di ospedale e un’infermiera mi dice “signora, togliamo il digiuno perché non la operano più. Il professore Franzini, direttore di neurochirurgia, si è consultato con il neuroradiologo ed è cambiato qualcosa. Sarà ricoverata in neurologia dove faremo altri accertamenti per vedere cosa è successo”. E infatti quando sono salita a Milano, il giorno prima dell’intervento mi fanno una nuova risonanza magnetica ma rispetto a quella fatta a Catanzaro le cose erano cambiate e la massa non c’era più, al suo posto era rimasta una cicatrice. Il professore Franzini mi disse che non gli era mai capitata una cosa del genere. Il primario della neurologia, il professore Silvani, mi disse: “signora dobbiamo fare altre analisi. Mi domando cosa sia successo, un  miracolo?” Io ho provato un’emozione incredibile perché ho ripensato a Nuccia, al sogno e a tutti i segnali che mi aveva mandato. Da lì ho sempre fatto controlli, ogni anno, ma va tutto bene».

L'insegnamento di Nuccia

Rita oggi racconta la sua esperienza con gli occhi pieni di lacrime e con tanta gioia nel cuore facendosi testimone del grande insegnamento che la sua amica Nuccia le ha lasciato. «Anche se ci sono delle nuvole nere, pensa che c’è sempre un pezzo di cielo più azzurro per poter sperare. Era una lettera che Nuccia aveva scritto a me e a mio marito in occasione di un anniversario di matrimonio.  Nuccia era una persona bellissima che il Signore mi ha fatto incontrare per farmi avere una chiave di lettura particolare della vita. L’amore che si prova nei confronti delle persone viene ricompensato sempre. Amare è una cosa bellissima. Per me molte volte è stato come incontrare Gesù.. Io andavo a casa sua a qualsiasi ora, la sua porta era sempre aperta. Andare a casa sua significava vivere la gioia. Era sempre con un sorriso meraviglioso che ti riempiva il cuore.

Un'amica speciale

«Ora è venerabile e sono davvero felice per lei - commenta Rita -. Essendo stata immobile per tanto tempo, diceva sempre che il suo desiderio era quello di rotolarsi nei prati verdi. E io la immagino così, che ride e si rotola nei prati verdi del paradiso. Io le parlo in continuazione, mi rivolgo a lei per ogni cosa. A volte mi sembra pure di percepire le risposte. E’ stata un'amica e una donna speciale che ha avuto tante sofferenze ma le ha sempre affrontate col sorriso. Ecco qual era la cosa bella di Nuccia. Era una persona speciale, di quelle che non si incontrano tutti i giorni».

 

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