Se non è record poco ci manca. Per la terza volta in meno di cinque anni, il Consiglio Superiore della Magistratura, presieduto dal vicepresidente Fabio Pinelli, ha votato a maggioranza a favore per la nomina di Giovanni Bombardieri quale procuratore capo di Reggio Calabria, che dal 2018 ad oggi regge l’ufficio direttivo in riva allo Stretto tra annullamenti prima del Tar e poi del Consiglio di Stato. Battuto in Plenum il magistrato Raffaele Seccia, già procuratore capo di Fermo e Lucera, e attuale sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione. Si trattava del potere di riedizione della pratica come stabilito dal massimo organo della giustizia amministrativa. Il plenum ha così scelto: 20 voti a favore di Bombardieri, 7 per Seccia e sol un astenuto.

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È stato il consigliere laico Ernesto Carbone (sostenuto dai consiglieri Mazzola, Cosentino e D’Auria), componente della quinta commissione del Csm, a perorare la causa di Bombardieri, proponendo all’assemblea plenaria di sceglierlo per il delicato ruolo di procuratore capo di Reggio Calabria. Una nomina “maledetta” che dal punto di vista giudiziale non ha trovato pace visto lo spirito battagliero di Seccia che, evidentemente, anche in questo caso non si arrenderà, ritenendo di essere il candidato più idoneo a ricoprire questo ruolo.

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Nella proposta di delibera avanzata da Carbone si evidenziava come il profilo di Bombardieri non fosse affatto recessivo rispetto a quello di Seccia (preferito in commissione dai consiglieri Bianchini e Mirenda) in ordine alla conoscenza del fenomeno mafioso che il magistrato reggino ha trattato sia nella fase inquirente che giudicante. Un lavoro investigativo che lo aveva portato a partecipare ad indagini contro la criminalità organizzata di stampo mafioso sia a Roma che a Catanzaro, soprattutto nelle funzioni di procuratore aggiunto e di procuratore facente funzioni dopo il pensionamento di Vincenzo Antonio Lombardo, quest’ultimo sostituito poi da Nicola Gratteri.

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Durante il dibattito consiliare, si è registrato un vibrante scontro verbale tra Mirenda - che ha tirato fuori le chat tra Bombardieri e Luca Palamara, sostenendo come l’attuale procuratore di Reggio Calabria non avesse i requisiti per prevalere su Seccia - e i consiglieri che hanno appoggiato la proposta dell’avvocato Ernesto Carbone. Infine, il consigliere Antonino Laganà ha evidenziato che lavorare come pm a Catanzaro ha lo stesso peso specifico di un sostituto procuratore che svolge queste funzioni nella procura antimafia più attiva in Italia in ordine a contestazioni di 416 bis (associazione mafiosa). Anche la consigliera Maria Vittoria Marchianò, già presidente del tribunale di Crotone, ha espresso parere favorevole per il togato reggino. Bombardieri, dunque, rimane a Reggio Calabria. Il suo mandato scadrà nel 2026. Salvo ulteriori ricorsi di Seccia.