Manifestazione colorata, irriverente e partecipata nonostante il caldo soffocante. La piazza sottolinea le paure per i cantieri che potrebbero devastare il territorio. Critiche per il “decreto spezzatino” del governo
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Colorato, rumoroso, deciso e irriverente: il popolo No Ponte è tornato in piazza, invadendo pacificamente le strade del centro di Messina. Sotto il caldo soffocante della metà di agosto, cittadini e attivisti si sono riuniti per gridare ancora la loro contrarietà al collegamento stabile tra la Calabria e la Sicilia, sfilando tra i negozi aperti delle vie dello shopping e la curiosità di tanti messinesi e turisti.
Dietro lo slogan “vogliamo l’acqua dal rubinetto, no al ponte sullo Stretto” il corteo, radunatosi nella centralissima piazza Cairoli, si è gonfiato poco a poco: sono migliaia le persone scese in strada per la terza manifestazione No Ponte in pochi mesi, la seconda sul lato messinese dello Stretto. Una mobilitazione importante – alla fine si conteranno, per difetto, almeno 5000 persone – che arriva durante uno dei periodi di siccità più gravi di sempre e che proprio sulla minaccia delle ripercussioni che i futuri cantieri potrebbero avere sulle risorse idriche di una delle zone più affamate d’acqua in Italia, ha fissato l’attenzione, richiamando le tante criticità sollevate, sul punto, dagli stessi tecnici della commissione del Ministero dell’ambiente che nel documento recapitato alla Stretto di Messina avevano sottolineato le tante incongruenze della bozza di progetto definitivo riaggiornato in fretta e furia dalla stessa società guidata da Ciucci.
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Ma le paure sull’impoverimento delle scarse risorse idriche dell’area tra Scilla e Cariddi sono solo la punta dell’iceberg nella nuova marcia di protesta: nel mirino dei No ponte, e dei coretti irriverenti che hanno fatto da colonna sonora al corteo, infatti ci sono anche le dinamiche legate al “decreto spezzatino” voluto dal Governo e che consentirà alla Stretto di Messina di dividere in più parti quello che resta del progetto definivo. Un cambiamento sostanziale che, temono i movimenti che hanno animato il corteo, potrebbe lasciare aperta la porta a lavori che potrebbero partire senza tuttavia avere la certezza di arrivare a compimento.
E poi l’inasprimento delle sanzioni previste per coloro che protestano contro la realizzazione delle opere ritenute strategiche: provvedimento che, accusano i No ponte, è stato emanato proprio in previsione delle altre proteste che potrebbero arrivare con l’allestimento dei cantieri tra Villa e Messina.
Poco prima delle 21 il lungo corteo No Ponte si scioglie, c’è giusto il tempo degli ultimi interventi dal palco improvvisato di piazza del Popolo in cui rimbalzano le paure per un’opera che potrebbe devastare uno degli angoli più suggestivi del Mediterraneo.