VIDEO | Il segretario provinciale del Sappe Francesco Ciccone rigetta la ricostruzione secondo la quale gli arresti scaturiti dall’inchiesta della Dda di Catanzaro sulla ‘ndrangheta a Cosenza avrebbero determinato situazioni di sovraffollamento. «Il problema vero è la mancanza di personale»
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«Nessun caos o sovraffollamento nel carcere di Vibo Valentia, il problema è la mancanza di personale». Francesco Ciccone, segretario provinciale del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria) rigetta la ricostruzione offerta ieri dal garante campano dei detenuti, che aveva denunciato un grave sovraffollamento («fino a 12 persone nella stessa cella») a seguito dei 202 arresti eseguiti nel Cosentino nell’ambito dell’operazione della Dda di Catanzaro.
«Sono state sottoposte custodia cautelare in carcere 139 persone – ricostruisce Ciccone - di cui 35 assegnati al Carcere di Vibo Valentia. La notizia diffusa dal Garante campano dei diritti delle persone sottoposte a misura restrittiva della libertà personale, non corrisponde alla reale situazione. Entrando, in maniera tecnica, nel dettaglio dei numeri previsti dalla norma, che possono essere verificati attraverso i dati pubblicati dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, anche dopo il blitz della Dda, le camere di pernottamento delle sezioni occupate dall’AS3 (Alta Sicurezza) a Vibo sono massimo di 6 posti e non 10 o 12 come riportato dal Garante. Il Carcere di Vibo può ospitare massimo 407 detenuti e attualmente sono presenti 373 detenuti. Nello specifico, nel circuito AS3 la capienza tollerabile all’interno delle tre sezioni è di 330 e attualmente sono presenti 220 detenuti».
Il segretario vibonese del Sappe ha poi focalizzato l’attenzione su quello che ritiene essere il vero problema: «Il reale dato che emerge, non è il Sovraffollamento, come si vuol far erroneamente credere, ma la gravissima carenza di organico che prevede, la presenza di 246 Agenti, mentre ad oggi a Vibo sono presenti solo circa 170 unità, con una carenza organica di quasi 80 unità. A tal proposito è doveroso mettere a conoscenza che nella giornata di giovedì, il Direttore e il Comandante dell’Istituto si sono trovati costretti a chiedere al personale un ulteriore sacrificio di servizio, riscontrando larga disponibilità ed alta professionalità da parte di questi nell’assolvimento del loro dovere, fino ad oltrepassare le 12 ore di lavoro previste pur di portare a compimento tutte le operazioni necessarie».
Infine, Ciccone, rivolgendosi alla politica regionale, ricorda che «quotidianamente, il personale della polizia penitenziaria si trova a dover “gestire” con elevato rischio per la propria incolumità, numerosi detenuti con problematiche psichiatriche che dovrebbero avere la possibilità di essere assegnati alle strutture Rems o a idonee strutture (vedi le aggressioni al personale che nel 90% dei casi sono causati proprio da detenuti con problemi psichiatrici). «Pertanto – conclude - chiediamo al Governo regionale di individuare strutture appropriate a suddetti detenuti e, alla politica nazionale un impegno importante verso i problemi del Corpo della Polizia Penitenziaria».