VIDEO | Il collaboratore svela dei tentativi di mettere pace tra i clan in conflitto con l’intercessione di alcune tre le più potenti famiglie della ‘ndrangheta. Gli AUDIO del collaboratore trasmessi nel corso dell'ultima puntata di Mammasantissima
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«Niente bara di Perri, niente pace». Sarebbe stata questa la richiesta del clan Iannazzo per siglare la pax tra le famiglie mafiose di Lamezia. A svelarlo Giuseppe Giampà. Figlio dello storico capocosca Francesco Giampà, alias "il Professore", Giuseppe ha deciso di saltare il fosso tredici mesi dopo il suo primo arresto. Con lui anche la moglie. «Ho scelto di collaborare per il bene dei miei figli» - dirà la donna nel corso di un'udienza del processo Perseo.
È il 2012. Inizia a parlare Giuseppe Giampà. Racconta una lunga serie di omicidi, svela gran parte dei retroscena della guerra di mafia su Lamezia Terme. E svela anche dei tentativi falliti di mettere pace tra i clan in conflitto malgrado l’intercessione di alcune tre le più potenti famiglie della ‘ndrangheta i cui emissari giunsero da ogni dove. «Io mi sono tenuto distante da tutta questa faccenda, la seguiva mio cugino Pasquale (detto Millelire, ndr) con mio zio Vincenzo Bonaddio. Poi c'erano altre persone di fuori che seguivano tutta 'sta vicenda. A noi ci facevano da garante i Bellocco. Poi c'erano altre famiglie pure coinvolte per la parte dei Torcasio, famiglie di Papalia, Trimboli, per conto di Nino Cerra...».
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I tentativi della pax mafiosa però falliscono: il clan Iannazzo voleva una bara. «Gli Iannazzo non volevano stare alla pace se non usciva la bara di Perri Tonino, quindi c'era un coinvolgimento forte tra i Perri e Iannazzo perchè se non volevano sottostare alla pace per via della bara di Perri vuol dire che c'è un legame forte...» - dichiarava Giampà al pm Elio Romano nell'audio trasmesso nell'ultima puntata di Mammasantissima - Processo alla 'ndrangheta (clicca qui per vederla).
Chi era Antonio Perri
Ma chi è Antonio Perri? Iniziò a lavorare giovanissimo in una bottega di generi alimentari e col tempo divenne il re della grande distribuzione a Lamezia e dintorni. Quando fu ucciso nel 2003, si accingeva ad aprire il centro commerciale Due Mari, per la realizzazione del quale, secondo quanto é emerso dalle indagini, ci sarebbe stato l'interesse da parte di alcune cosche di 'ndrangheta di Lamezia Terme.
La grande struttura realizzata dall'imprenditore avrebbe infatti determinato nuovi assetti che avrebbero spostato l'epicentro dell'economia locale dal centro di Lamezia Terme. Decine di commercianti, a seguito della realizzazione del centro commerciale, avrebbero trasferito le loro attività in quella zona e quindi sarebbero passati sotto il controllo della cosca Iannazzo. Un cambiamento che - secondo gli inquirenti - avrebbe sottratto alla cosca Torcasio la possibilità di controllare il territorio.
Fu per questo motivo, secondo la ricostruzione degli inquirenti, che Antonio Perri fu ucciso mentre si trovava nel supermercato Atlantico. Fu proprio l'omicidio dell'imprenditore che avrebbe fatto da "detonatore" alla seconda fase della guerra di mafia esplosa tre anni prima con l'omicidio di Giovanni Torcasio,
Il clan Iannazzo sarebbe poi intervenuto quando qualcuno trafugò la salma di Antonio Perri facendo in modo che fosse ritrovata. Venne ritrovata dalla polizia il 21 marzo 2008, seppellita a 50 metri dalla strada dei Due Mari.
È possibile rivedere tutte le puntate di Mammasantissima - Processo alla 'ndrangheta su LaC Play.