Rappresentanti delle istituzioni, amministratori pubblici, associazioni e semplici cittadini. In tanti si sono stretti, questo pomeriggio a Nicotera, all’imprenditore Carmine Zappia, che con le sue denunce ha fatto arrestare, il 18 luglio del 2019, i suoi aguzzini, esponenti del clan Mancuso. Dieci persone in tutto, finite nella rete della Dda di Catanzaro nell’ambito dell’operazione “Maqlub” con l’accusa di estorsione ed usura aggravata dai metodi mafiosi. Tra loro il boss 82enne Antonio Mancuso e il nipote Alfonso Cicerone. Entrambi avrebbero anche cercato di indurre Zappia a cedere le sue attività commerciali: un negozio di arredamenti e la tabaccheria.

 

E proprio l’esercizio di via Foschea oggi ha riaperto i battenti alla presenza di numerose personalità che hanno preso parte all’inaugurazione. Oltre ai vertici provinciali delle forze dell’ordine (il comandante provinciale dell’Arma Bruno Capece, il comandante provinciale della Guardia di finanza Roberto Prosperi e il comandante della Capitaneria Giuseppe Spera) e a diversi amministratori locali (il sindaco Pino Marasco, il presidente della Provincia Salvatore Solano e il sindaco di Vibo Maria Limardo, tra gli altri), oggi a Nicotera sono giunti il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, il procuratore di Vibo Camillo Falvo, il prefetto Francesco Zito, il questore Annino Gargano, il vescovo Luigi Renzo, il referente di Libera Calabria don Ennio Stamile. Un messaggio via telefono è pervenuto anche dal presidente della commissione parlamentare antimafia Nicola Morra. E se da più parti, tra le personalità intervenute, la giornata di oggi è stata etichettata come una giornata di festa, di ripartenza, di vittoria dello Stato. E se il procuratore Gratteri ha esortato i cittadini a stare a fianco di Zappia, «ad acquistare nei suoi negozi, a denunciare e a fidarsi dello Stato», le parole più accorate sono giunte proprio dall’imprenditore vessato dalla mafia, sul finire della cerimonia.

 

«La scelta di denunciare è stata una grande cosa – ha detto Zappia - mi sono liberato di un grande peso e ho trovato nello Stato quello che mai avrei creduto. Persone molto vicine, dal prefetto ai carabinieri. Anche la vicinanza dei cittadini è stata molto importante. Tanti - ha esortato - devono ancora decidere da che parte stare ma confido che, prima o poi, tutti andremo dalla stessa parte».