Vibo Valentia - Si erano riuniti davanti la sede della provincia fiduciosi e credendo che la decisione di consegnare le tessere elettorali, rifiutando così al diritto al voto, avrebbe portato ad un qualche risultato o almeno a suscitare l’attenzione della classe politica e del Governo. “Consegneremo le tessere elettorali – aveva dichiarato Carmine Armellino, un delegato dei lavoratori - rinunciando al nostro diritto al voto, per manifestare tutta la nostra delusione al Governo. In questi mesi, tante sono state le promesse e le illusioni. Ma oggi, siamo ancora qui senza stipendi e con una provincia ferma, che stenta a riavviarsi. Con questa nostra protesta civile, vogliamo dimostrare che non ci sentiamo più parte integrante di questo territorio”.



Hanno provato di tutto i circa 380 dipendenti della provincia di Vibo Valentia, uomini e donne che non ricevono lo stipendio da troppi mesi.  Hanno presieduto alla tendopoli di piazza Municipio, sono stato anche ricevuti in Vaticano ma, questa volta, la scelta di rinunciare al diritto di voto non è piaciuta.



Nel pomeriggio di ieri, infatti, dopo essersi incontrati per raccogliere le tessere elettorali in uno scatolino, una delegazione di dipendenti provinciali si è recata in prefettura per fare la consegna ma, una volta arrivati, la triste scoperta.  “Impossibile prendere in consegna tutte queste tessere. – si sono sentiti dire da un funzionario incaricato - Dovrete venire uno per volta, registrarvi e consegnarle”.

 

"Questa decisione è poco coraggiosa - ha dichiarato  Armellino - Questa risposta negativa, ci lascia interdetti, e la leggiamo come l’ennesimo atteggiamento di chiusura da parte di un governo sempre più distante dalle nostre istanze. Ma non ci arrenderemo: vorrà dire che ci presenteremo uno per volta, ad intasare gli uffici prefettizi".

 

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