Dieci anni e otto mesi per Natale Saraceno, assolti Aldo Inuso e Antonio Idone. Così ha deciso la Corte d’Appello di Reggio Calabria, decidendo sulle posizioni di quegli imputati “stralciati” rispetto a troncone principale dell’abbreviato la cui sentenza di secondo grado era stata emessa nelle scorse settimane.

In primo grado il gup aveva condannato Saraceno a 12 anni di reclusione, rispetto ad una richiesta di 14 anni. Antonio Idone, invece, aveva rimediato una condanna a 2 anni di reclusione, a fronte di una richiesta molto più elevata, pari a 18 anni e 6mila euro di multa. Anche per Inuso, in primo grado, vi era stata una condanna a 4 anni di reclusione, a fronte di una richiesta di 12 anni e mezzo. Ora, in secondo grado, dunque, sia Inuso che Idone vengono assolti, perché ritenuti non colpevoli rispetto ai reati a loro contestati.

A fine gennaio, i giudici di piazza Castello si erano pronunciati in merito al troncone abbreviato principale, condannando l’avvocato Giorgio De Stefano, ritenuto una delle teste pensanti della ‘Ndrangheta di Reggio Calabria a 15 anni di reclusione. De Stefano, secondo l’impostazione accusatoria portata avanti dai pubblici ministeri Giuseppe Lombardo, Walter Ignazitto, Stefano Musolino e Roberto Di Palma, sarebbe a capo della componente occulta della ‘Ndrangheta, ossia quegli invisibili rimasti per molto tempo sconosciuti anche agli altri affiliati.

Una posizione, quella di De Stefano, condivisa anche con Paolo Romeo, avvocato già condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e che, secondo l’accusa, sarebbe al vertice di quella cupola massonico-mafiosa che ha governato le sorti della città di Reggio Calabria.