È grazie a una serie di controlli incrociati tra banche dati, tra le quali l'applicativo Molecola, che oltre 40 militari delle Fiamme Gialle trentine hanno passato al setaccio società, conti correnti, proprietà e dichiarazioni dei redditi degli indagati dell'operazione "Perfido" nonché dei loro familiari - ricostruendo gli ultimi dieci anni di rapporti e parentele - e di persone fisiche e giuridiche ad essi collegati.

L’operazione Perfido

Il blitz, scattato all’alba di ieri, e condotto anche dai Carabinieri del Ros e dei Comandi Carabinieri di Trento, Roma e Reggio Calabria ha portato all’esecuzione a una ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal Tribunale di Trento, su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico di 19 soggetti indagati a vario titolo, tra gli altri, per i delitti di associazione mafiosa in quanto appartenenti alla ‘ndrangheta, scambio elettorale politico-mafioso, porto e detenzione illegale di armi da fuoco e riduzione o mantenimento in schiavitù.

Le società sequestrate

Sono 15 le società poste sotto sequestro: 4 a Lona Lases, una a Gardolo, una a Trento, tre a Verona, una a Padova, quattro a Roma e una a Siderno (Reggio Calabria). Sempre con riferimento ai sequestri di beni, ad Innocenzio Macheda, uno dei 19 indagati, è stata sequestrata una Nissan Navarra, mentre a Domenico Morello una Bmw, una Mercedes e 3 Range Rover. Sotto sequestro anche alcune abitazioni, le cave nelle quali le ditte operavano per l'estrazione del porfido e una serie di macchinari. In queste ore il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Trento, guidata dal tenente colonnello Francesco Sodano, sta proseguendo le attività di sequestro con particolare riferimento alle banche dove risultano accesi conti correnti riferibili a società e indagati, al fine di congelare il saldo attivo.