Non ha retto dinanzi al gup distrettuale, Pietro Scuteri, il processo con rito abbreviato nato dall’operazione antimafia della Dda di Catanzaro (pm Giuseppe Borrelli, Simona Rossi, Domenico Guarascio e Camillo Falvo) denominata “Talitha Kumi”, dal nome di una cooperativa agricola di Sant’Onofrio, nel Vibonese (di cui facevano parte pure due sacerdoti), che sarebbe stata presa di mira dai clan con la richiesta di cedere gratis 500 litri di olio all’anno. Con la formula “perche’ il fatto non costituisce reato”, il gup ha assolto dall’accusa di tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso, Gregorio Giofrè, 53 anni, detto “Ruzzo”, genero del boss di San Gregorio d’Ippona (Vv) Rosario Fiarè. Difeso dall’avvocato Sergio Rotundo, l’imputato e’ stato poi  assolto “perche’ il fatto non sussiste” pure dall’accusa di aver violato la sorveglianza speciale per commettere la paventata estorsione. Il pm Domenico Guarascio aveva chiesto per Giofre’ la condanna a 2 anni ed 8 mesi di carcere. Il gup ha disposto anche l’immediata remissione in totale liberta’ di Giofre’ che si trovava ai “domiciliari” dal 23 gennaio 2014, data in cui era scattata l’operazione. Gli altri imputati, Domenico Bonavota, ritenuto a capo dell’omonimo clan, Domenico Cugliari, zio di Bonavota, e Giuseppe Barbieri, hanno invece da tempo scelto il processo con rito ordinario. (AGI)