Il movente sarebbe da ricercare in una faida risalente agli anni Sessanta. Fondamentali le analisi del Ris di Parma con le nuove tecnologie sui reperti trovati vicino all'auto usata per l'agguato (ASCOLTA L'AUDIO)
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Sono due le ordinanze di custodia cautelare eseguite stamani dai carabinieri per un omicidio di 'ndrangheta commesso diciotto anni fa nel Torinese. Il caso, su cui hanno lavorato i Ris di Parma avvalendosi di nuove metodologie scientifiche di indagine, è quello di Giuseppe Gioffrè, ucciso l'11 luglio 2004 a San Mauro, alle porte del capoluogo piemontese. La vittima era originaria di Sant'Eufemia d'Aspromonte (Reggio Calabria) e risiedeva nel paese. Il movente sarebbe da ricercare in una faida risalente agli anni Sessanta.
Le ordinanze di custodia sono state eseguite a Parma e Reggio Calabria dai carabinieri del nucleo investigativo di Torino. Entrambi i destinatari, secondo gli inquirenti, sarebbero affiliati alla 'ndrangheta. Uno era già detenuto per altra causa a Parma. Le prime indagini, svolte nell'immediatezza dell'omicidio, portarono alla condanna (21 anni di carcere) di Stefano Alvaro, considerato uno dei tre componenti del gruppo di fuoco. Nel maggio del 2021 i Ris di Parma si sono serviti di nuove tecnologie informatico-dattiloscopiche per analizzare alcuni reperti trovati vicino all'auto, bruciata, che era stata adoperata per l'agguato.
Nella ricostruzione degli inquirenti, la faida risale agli anni Sessanta, quando Gioffrè, al termine di una disputa per ragioni commerciali, uccise due esponenti della cosca Dalmato-Alvaro. Il procedimento è coordinato alla Dda del Piemonte. I carabinieri torinesi sono stati supportati, nella fase di notifica dei provvedimenti di custodia, dai colleghi di Reggio Calabria.